Il cappotto
1952
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Grottesco
Durata
101 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Alberto Lattuada
Attori
Renato Rascel
Yvonne Sanson
Giulio Stival
Antonella Lualdi
Nino Marchetti
Loris Gizzi
Silvio Bagolini
Anni '30. Carmine De Carmine (Renato Rascel) è un modesto impiegato comunale che vorrebbe cambiare il suo cappotto ormai consumato dal tempo. Quando finalmente riesce a mettere da parte soldi a sufficienza, ne acquista uno. Un giorno però, rincasando da una festa, viene derubato del capo tanto desiderato, rimanendo al freddo e in preda a una crisi di nervi.
Tratto dall'omonimo racconto dello scrittore russo Nikolaj Gogol' e sceneggiato, tra gli altri, da Cesare Zavattini, Il cappotto è uno dei primi titoli italiani che prova a svincolarsi definitivamente dal neorealismo, in un clima sospeso dove realtà e fantasia coesistono alla perfezione. A una prima parte più incline alle convenzioni nostrane del tempo, Lattuada ne associa una seconda decisamente contrastante e bizzarra per la sua scelta di condurre la vicenda su binari più ironici e grotteschi. Una svolta coraggiosa che mette in risalto il talento del regista milanese nel saper coniugare due generi decisamente diversi, pur mantenendo fluida e coerente la linea narrativa della storia raccontata. Eccellenti l'ambientazione, con una nebbiosa Pavia mai più così “cinematografica”, e le interpretazioni (primo fra tutti il piccolo grande Renato Rascel, qui alla sua prima esperienza drammatica). Rimanendo sempre un passo dietro rispetto al patetismo e alla compassione, il film tocca corde profonde senza mai gridare il suo dolore in primo piano. Uno dei titoli più riusciti e significativi della carriera di Lattuada, autore mai valorizzato abbastanza. Presentato al Festival di Cannes, ottenne un buon successo sia di critica che di pubblico.
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