Un maestro di ballo (Antonio Gades) scopre una giovane, affascinante e talentuosa promessa del flamenco (Laura del Sol): il suo nome è Carmen, lo stesso dell'eroina della celebre opera di cui, sempre a ritmo di musica, si ripercorreranno le vicende. Secondo film della trilogia inaugurata da Bodas de sangre (1981), questa rilettura moderna e metateatrale del capolavoro di Bizet/Meilac/Halevy segue la scia del film precedente: i protagonisti sono ancora le musiche e le coreografie di Antonio Gades, di cui si esaltano sia la bellezza esteriore, sia il valore drammatico e la capacità di creare significati ed emozioni. Giocando continuamente tra realtà e finzione, l'autore spagnolo Carlos Saura cerca di cogliere l'essenza della celebre opera, riuscendo nello scopo: è una pellicola che soddisfa l'orecchio e non lascia scontento l'occhio, non solo per la bellezza delle coreografie, ma anche per il valore della fotografia di Teo Escamilla e per alcune scelte stilistiche. La narrazione non è un granché, ma le musiche risultano ipnotiche e, se si è ben disposti, ci si può accontentare. Candidato a un Oscar come miglior film straniero e premiato per il miglior contributo artistico a Cannes.