Carosello napoletano
1954
Paese
Italia
Generi
Musical, Commedia
Durata
129 min.
Formato
Colore
Regista
Ettore Giannini
Attori
Léonide Massine
Sophia Loren
Paolo Stoppa
Clelia Matania
Yvette Chauviré
Maria Fiore
Tina Pica
Giacomo Rondinella
Maria Pia Casilio
Salvatore Esposito ( Paolo Stoppa ) è un cantastorie che - sfrattato dalla sua abitazione - vaga per la città di Napoli insieme alla sua famiglia. Questo costituisce un pretesto per raccontare con canti e balli la storia della città, dalla dominazione spagnola alla Seconda guerra mondiale passando per Pulcinella.
Carosello Napoletano è la trasposizione cinematografica dell’omonima opera teatrale, diretta dallo stesso Ettore Giannini. Il cast comprende un nutrito numero di stelle partenopee e non (da Sophia Loren a Giacomo Rondinella ), ma anche grandi professionisti come Léonide Massine. Il film pur nella sua struttura ad episodi non risulta troppo schematico ed i passaggi tra le scene sono fortemente cinematografici. Il contenuto musicale è genuino e caloroso, ma il mezzo cinematografico fa risentire della mancanza del palcoscenico e dissipa leggermente il ritmo e fascino della messinscena. Nota di rilievo a Mario Chiari per le straordinarie scenografie, teatrali ma convincenti anche sullo schermo. Esempio di rilievo del cinema “rivista”, vinse il Prix International al Festival di Cannes 1954. Restaurato dall’archivio cinematografico di Cinecittà nel 1992.
Carosello Napoletano è la trasposizione cinematografica dell’omonima opera teatrale, diretta dallo stesso Ettore Giannini. Il cast comprende un nutrito numero di stelle partenopee e non (da Sophia Loren a Giacomo Rondinella ), ma anche grandi professionisti come Léonide Massine. Il film pur nella sua struttura ad episodi non risulta troppo schematico ed i passaggi tra le scene sono fortemente cinematografici. Il contenuto musicale è genuino e caloroso, ma il mezzo cinematografico fa risentire della mancanza del palcoscenico e dissipa leggermente il ritmo e fascino della messinscena. Nota di rilievo a Mario Chiari per le straordinarie scenografie, teatrali ma convincenti anche sullo schermo. Esempio di rilievo del cinema “rivista”, vinse il Prix International al Festival di Cannes 1954. Restaurato dall’archivio cinematografico di Cinecittà nel 1992.
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