La casa del sorriso
1991
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Grottesco, Sentimentale
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Marco Ferreri
Attori
Ingrid Thulin
Dado Ruspoli
Enzo Cannavale
Nunzia Fumo
Lucia Vasini
Francesca Antonelli
Confinata dalla nuora in una casa di riposo per anziani, la matura ma ancora avvenente Adelina (Ingrid Thulin) è travolta da cocente passione per il musicista Andrea (Dado Ruspoli). Il rapporto renderà le loro vite migliori, ma scatenerà parecchi turbamenti tra gli altri ospiti della struttura: vendette in agguato.
Commedia sentimentale dalle venature grottesche, tipicamente ferreriana per forma (una stilizzazione straniante, calibrata da una linearità narrativa più accentuata rispetto alla destrutturazione di altre opere) e contenuto (le demenziali dinamiche che seguono alla storia d'amore tra Adelina e Andrea, tra cui l'utilizzo di una dentiera puntuta). Toni agrodolci e un'atmosfera che tende al malinconico, più che al corrosivo: il gusto della provocazione a tutti i costi, atta a scardinare le certezze e le contraddizioni di una società al collasso, è a tratti un po' forzata, ma la sottile crudeltà che permea il film (la rabbia dell'attempato avvocato, innamorato deluso interpretato da un ottimo Enzo Cannavale; i comportamenti scandalosi delle infermiere, pronte a prendersi gioco sadicamente delle debolezze altrui) suscita un sottile disagio che non sparisce con il termine della visione. Il che non è poco. Grande e autoironica performance della sempre splendida Ingrid Thulin. Sceneggiatura di Ferreri, Liliane Betti e Antonino Marino; musiche di Bruno Guarnera. Orso d'Oro al Festival di Berlino.
Commedia sentimentale dalle venature grottesche, tipicamente ferreriana per forma (una stilizzazione straniante, calibrata da una linearità narrativa più accentuata rispetto alla destrutturazione di altre opere) e contenuto (le demenziali dinamiche che seguono alla storia d'amore tra Adelina e Andrea, tra cui l'utilizzo di una dentiera puntuta). Toni agrodolci e un'atmosfera che tende al malinconico, più che al corrosivo: il gusto della provocazione a tutti i costi, atta a scardinare le certezze e le contraddizioni di una società al collasso, è a tratti un po' forzata, ma la sottile crudeltà che permea il film (la rabbia dell'attempato avvocato, innamorato deluso interpretato da un ottimo Enzo Cannavale; i comportamenti scandalosi delle infermiere, pronte a prendersi gioco sadicamente delle debolezze altrui) suscita un sottile disagio che non sparisce con il termine della visione. Il che non è poco. Grande e autoironica performance della sempre splendida Ingrid Thulin. Sceneggiatura di Ferreri, Liliane Betti e Antonino Marino; musiche di Bruno Guarnera. Orso d'Oro al Festival di Berlino.
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