A vent'anni dalla morte del ricco Cyrus West, arriva il momento di togliere i sigilli al testamento che, per sua disposizione, era rimasto chiuso in cassaforte sino ad allora. Chiamati a raccolta i parenti nella tetra dimora del miliardario, l'avvocato Crosby (Tully Marshal) svela che l'eredità tocca alla giovane Annabelle (Laura La Plante), ma strane cose iniziano ad accadere durante la notte: sono i cugini invidiosi che minacciano la ragazza o la villa è infestata dagli spettri? Vera e propria pietra miliare del gotico, Il castello degli spettri è una delle prime produzioni horror della storica Universal: lo scaltro produttore Carl Laemmle, impressionato da Il gabinetto delle figure di cera (1925) chiamerà a dirigere il maestro espressionista Paul Leni, stabilendo con questa pellicola un canone di topoi del genere che ritorneranno negli anni successivi. A partire dalla silhouette puntuta di casa West, fino ai corridoi lugubri, le stanze cupe, la servitrice (Martha Mattox) allucinata, i passaggi segreti, l'intero film sembra un manuale per le generazioni future di cineasti e di appassionati. Anche la sceneggiatura anticipa molti sviluppi del genere, con la falsa pista soprannaturale che fa da schermo al complotto ordito per fare impazzire Annabelle e sottrarle la cospicua eredità. Il titolo originale (The Cat and the Canary) si riferisce alle parole di West, fatto passare per pazzo dagli avidi parenti, che si sentiva braccato dai familiari come un canarino in gabbia sotto il tiro di un felino. L'impronta espressionista non fa che aggiungere ulteriore raffinatezza a questo gustoso balletto di personaggi in salsa gotica.