Il castello nel cielo
Tenkū no shiro Rapyuta
1986
Netflix
Paese
Giappone
Generi
Animazione, Fantascienza, Avventura
Durata
124 min.
Formato
Colore
Regista
Hayao Miyazaki
Inseguita da un gruppo di pirati dell'aria, la piccola Sheeta cade e viene soccorsa da Pazu, un orfano suo coetaneo. La ragazzina appartiene al leggendario popolo di Laputa, che viaggia tra le nubi a bordo di un castello volante: il suo nuovo amico la aiuterà a fare ritorno al suo regno.
Per il secondo lungometraggio dello Studio Ghibli, il primo dall'apertura ufficiale avvenuta nel 1985, Miyazaki decide di ispirarsi a Jonathan Swift e ai suoi Viaggi di Gulliver che contengono un riferimento al regno celeste di Laputa. Il regista incentra la costruzione della sua opera intorno a due passioni che ritorneranno prepotentemente nella sua filmografia: quella per il volo e quella per i bizzarri macchinari steampunk. Nonostante la storia piuttosto lineare e poco popolata dai simpatici personaggi della fantasia dell'animatore giapponese, la dimensione avventurosa funziona, regalando alla pellicola un ottimo esito nonostante la lunga durata. L'apparato visivo, inoltre, è sublime, ulteriore tassello di una maturità espressiva e di una fecondità creativa che di film in film non fanno altro che crescere e non mancano mai di stupire e spiazzare. Per costruire il villaggio dove vive Pazu, Miyazaki si è ispirato alle miniere gallesi. Primo grande successo commerciale dello Studio Ghibli, sulle cui sorti lo stesso Miyazaki inizialmente era assai scettico. Come buona parte dei primi lavori del maestro giapponese, anche questo film è arrivato in Italia prima in home video e solo in seconda battuta in sala (distribuito nel 2012).
Per il secondo lungometraggio dello Studio Ghibli, il primo dall'apertura ufficiale avvenuta nel 1985, Miyazaki decide di ispirarsi a Jonathan Swift e ai suoi Viaggi di Gulliver che contengono un riferimento al regno celeste di Laputa. Il regista incentra la costruzione della sua opera intorno a due passioni che ritorneranno prepotentemente nella sua filmografia: quella per il volo e quella per i bizzarri macchinari steampunk. Nonostante la storia piuttosto lineare e poco popolata dai simpatici personaggi della fantasia dell'animatore giapponese, la dimensione avventurosa funziona, regalando alla pellicola un ottimo esito nonostante la lunga durata. L'apparato visivo, inoltre, è sublime, ulteriore tassello di una maturità espressiva e di una fecondità creativa che di film in film non fanno altro che crescere e non mancano mai di stupire e spiazzare. Per costruire il villaggio dove vive Pazu, Miyazaki si è ispirato alle miniere gallesi. Primo grande successo commerciale dello Studio Ghibli, sulle cui sorti lo stesso Miyazaki inizialmente era assai scettico. Come buona parte dei primi lavori del maestro giapponese, anche questo film è arrivato in Italia prima in home video e solo in seconda battuta in sala (distribuito nel 2012).
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