Turiddu (Ettore Manni) torna a casa dopo il servizio militare, sperando che ad accoglierlo ci sia l'amata Lola (Kerima) che ha intenzione di sposare. Ma quando scopre che la ragazza è promessa sposa ad un altro uomo, la delusione del giovane lo porta a innamorarsi della bella Santuzza (May Britt). Carmine Gallone, regista da sempre attento al mondo operistico, riadatta la novella verghiana Cavalleria rusticana, ma più che rifarsi al testo scritto dall'autore siciliano, prende ispirazione dalla trasposizione lirica di Pietro Mascagni. Il film infatti è molto attento alle sequenze musicali con ampio senso dello spettacolo a partire dalla struttura drammaturgica sino all'uso di scene e costumi. Gallone è un regista esperto e riesce a dirigere il tutto con mano sicura, limitando la durata della pellicola a un minutaggio più cinematografico che operistico e avvalendosi della maestria fotografica di Karl Struss (collaboratore di Charlie Chaplin). Il film, però, stenta a decollare: limitato dalle esigenze musicali, non riesce a sviluppare a dovere le tematiche e la psicologia dei personaggi e gli attori non sembrano essere del tutto a proprio agio, forse ostacolati dal carattere troppo internazionale del cast.