I cento passi
2000
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Biografico
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Marco Tullio Giordana
Attori
Luigi Lo Cascio
Luigi Maria Burruano
Lucia Sardo
Paolo Briguglia
Tony Sperandeo
Andrea Tidona
Claudio Gioè
Domenico Centamore
Ninni Bruschetta
Paola Pace
La vera storia di Peppino Impastato (Luigi Lo Cascio), giovane distintosi per il suo impegno nella denuncia politica e sociale in una Sicilia dominata dalla mafia. Lottando contro le sue radici e ribellandosi al padre Luigi (Luigi Maria Burruano), non esita, con il tacito aiuto del fratello Giovanni (Paolo Briguglia), a denunciare pubblicamente don Gaetano Badalamenti (Tony Sperandeo), capo della malavita di Cinisi.
Cento passi misurano idealmente la distanza tra la realtà malavitosa e la stanca quotidianità della gente comune: sono gli stessi che separano la casa della famiglia Impastato da quella del boss Badalamenti. Marco Tullio Giordana parte da questa immagine e dirige un toccante film sulla mafia che si apre a un discorso più ampio sui contrasti familiari, sulla crisi di identità e sulla libertà di pensiero. Un'opera che, traendo spunto da una vicenda importante, supera i confini di genere, costruendo un vero e proprio viaggio di formazione che attraversa la dimensione della contestazione giovanile degli anni Sessanta e la seconda metà degli anni Settanta. Il regista mira al racconto di una provincia siciliana indifferente ai cambiamenti sociali e politici dell'Italia e mantiene l'equilibrio grazie a uno stile asciutto ed essenziale, giocando con il forte simbolismo degli aspetti scenici (i giochi di luci e ombre che scandiscono la narrazione). Qualche limite si riscontra in un disegno dei personaggi piuttosto stereotipato e in un ritmo efficace solo a fasi alterne, ma resta un film da vedere, impegnato e ben recitato. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia, dove vinse per la miglior sceneggiatura (firmata da Giordana con Claudio Fava e Monica Zapelli).
Cento passi misurano idealmente la distanza tra la realtà malavitosa e la stanca quotidianità della gente comune: sono gli stessi che separano la casa della famiglia Impastato da quella del boss Badalamenti. Marco Tullio Giordana parte da questa immagine e dirige un toccante film sulla mafia che si apre a un discorso più ampio sui contrasti familiari, sulla crisi di identità e sulla libertà di pensiero. Un'opera che, traendo spunto da una vicenda importante, supera i confini di genere, costruendo un vero e proprio viaggio di formazione che attraversa la dimensione della contestazione giovanile degli anni Sessanta e la seconda metà degli anni Settanta. Il regista mira al racconto di una provincia siciliana indifferente ai cambiamenti sociali e politici dell'Italia e mantiene l'equilibrio grazie a uno stile asciutto ed essenziale, giocando con il forte simbolismo degli aspetti scenici (i giochi di luci e ombre che scandiscono la narrazione). Qualche limite si riscontra in un disegno dei personaggi piuttosto stereotipato e in un ritmo efficace solo a fasi alterne, ma resta un film da vedere, impegnato e ben recitato. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia, dove vinse per la miglior sceneggiatura (firmata da Giordana con Claudio Fava e Monica Zapelli).
Iscriviti
o
Accedi
per commentare