Giocatore di baseball di secondo piano e di colore, Montgomery Brewster (Richard Pryor) riceve la notizia di un'eredità da un prozio bianco (Hume Cronyn) che gli lascerà 300 milioni a patto che lui ne spenda 30 in un mese senza accumulare beni e senza distruggere o donare i soldi. L'impresa si rivela presto complicata, anche perché una delle clausole impedisce di spiegare il patto a chiunque, compreso Spike (John Candy), il migliore amico del protagonista. La soluzione per rovinarsi, forse, è entrare in politica.

La trama debole, che prende avvio da un soggetto non certo di prima mano (è ispirato al romanzo di George Barr McCutcheon), doveva forse essere l'occasione per dare a Pryor (e anche Candy) la possibilità di mettere in mostra le proprie doti di stand-up comedian come riuscito con Eddie Murphy in 48 ore (1982). Ma quel modello (già non eccelso) resta ineguagliato e le poche situazioni divertenti che si generano dalla scarsa dimestichezza di Brewster col denaro sono tutte (scopertamente) all'insegna del qualunquismo, a partire dal suo successo politico. Forse per la prima volta nella carriera di Hill, delude anche la confezione, nonostante la produzione Universal.