Il verdetto – The Children Act
The Children Act
2017
Paese
Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
Richard Eyre
Attori
Emma Thompson
Stanley Tucci
Fionn Whitehead
Ben Chaplin
Rupert Vansittart
Jason Watkins
Nikki Amuka-Bird
Nicholas Jones
Anthony Calf
Rosie Cavaliero
Fiona Maye (Emma Thompson) è giudice di Londra di chiara fama che presiede numerosi e delicati casi di diritto familiare. In piena crisi matrimoniale con il marito Jack (Stanley Tucci), si trova ad affrontare il caso di Adam (Fionn Whitehead), un brillante ragazzo che rifiuta di sottoporsi alla trasfusione di sangue che salverà la sua vita.
Film processuale che può vantare come protagonista la sempre brava Emma Thompson, anche in questo caso in parte e attenta a fornire spessore e verosimiglianza psicologica al suo personaggio, Il verdetto – The Children Act è l’adattamento di un romanzo di Ian McEwan (che ha anche realizzato la sceneggiatura per il film), noto in Italia come La ballata di Adam Henry, messo in scena dal regista Richard Eyre con mestiere e umiltà, ma senza grande brio. Il flusso di parole e dilemmi etici e morali, infatti, non evita del tutto le strettoie di una regia convenzionale e di riporto, che gioca sul sicuro rispetto al testo di partenza, provvedendo a restituirne il nocciolo ma smarrendo per strada gli echi e le implicazioni che il romanzo portava con sé. Il risultato è all’insegna della fedeltà pedissequa, ma allo stesso tempo è anche una, per quanto dignitosissima, dichiarazione d’impotenza di quel cinema medio che si cimenta con opere letterarie di alta statura con un approccio dichiaratamente arrendevole e al ribasso. Il caso sul quale il giudice Maye si trova a decidere è comunque portatore di una serie di interrogativi che non lasciano indenni né gli spettatori, né i personaggi, sebbene il ménage familiare asessuato tra la Fiona della Thompson e il marito Jack (uno Stanley Tucci nei panni per lui agevoli e consueti del comprimario) rimanga confinato allo stereotipo e fatichi ad acquisire un peso specifico. Ben più emblematici, dal canto loro, i dialoghi tra il giudice e il giovane ragazzo ingabbiato in una situazione drammatica, con punte di sommessa e pungente intensità. Una forza che però McEwan ha provveduto in gran parte a espungere dal testo destinato al grande schermo, come se non si fidasse che i tormenti più reconditi del suo romanzo fossero messi in immagini.
Film processuale che può vantare come protagonista la sempre brava Emma Thompson, anche in questo caso in parte e attenta a fornire spessore e verosimiglianza psicologica al suo personaggio, Il verdetto – The Children Act è l’adattamento di un romanzo di Ian McEwan (che ha anche realizzato la sceneggiatura per il film), noto in Italia come La ballata di Adam Henry, messo in scena dal regista Richard Eyre con mestiere e umiltà, ma senza grande brio. Il flusso di parole e dilemmi etici e morali, infatti, non evita del tutto le strettoie di una regia convenzionale e di riporto, che gioca sul sicuro rispetto al testo di partenza, provvedendo a restituirne il nocciolo ma smarrendo per strada gli echi e le implicazioni che il romanzo portava con sé. Il risultato è all’insegna della fedeltà pedissequa, ma allo stesso tempo è anche una, per quanto dignitosissima, dichiarazione d’impotenza di quel cinema medio che si cimenta con opere letterarie di alta statura con un approccio dichiaratamente arrendevole e al ribasso. Il caso sul quale il giudice Maye si trova a decidere è comunque portatore di una serie di interrogativi che non lasciano indenni né gli spettatori, né i personaggi, sebbene il ménage familiare asessuato tra la Fiona della Thompson e il marito Jack (uno Stanley Tucci nei panni per lui agevoli e consueti del comprimario) rimanga confinato allo stereotipo e fatichi ad acquisire un peso specifico. Ben più emblematici, dal canto loro, i dialoghi tra il giudice e il giovane ragazzo ingabbiato in una situazione drammatica, con punte di sommessa e pungente intensità. Una forza che però McEwan ha provveduto in gran parte a espungere dal testo destinato al grande schermo, come se non si fidasse che i tormenti più reconditi del suo romanzo fossero messi in immagini.
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