Appena fa il suo ingresso nella più grande azienda di tecnologia e social media del mondo, Mae (Emma Watson) è incoraggiata dal Fondatore della società Eamon Bailey (Tom Hanks) a rinunciare alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta. Ma la ragazza si accorgerà presto che nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare.

Prendendo spunto dal celebre romanzo omonimo di Dave Eggers del 2013, James Ponsoldt scrive (insieme allo stesso Eggers) e dirige un thriller distopico, fortemente attuale, che si concentra sulle più odierne ossessioni da social network, con ogni forma di privacy che viene punita e in cui la credibilità si gioca sulla trasparenza assoluta. Tanto il romanzo quanto il film, però, risultano meno visionari e futuristici di quanto potrebbero apparire a prima vista: se però sulle pagina scritta le molteplici idee danno vita a un’opera degna di interesse, la trasposizione cinematografica appare invece piuttosto povera, incapace di colpire e sorprendere come dovrebbe. Non ci si discosta molto da una puntata media della serie Black Mirror e, nonostante un buon ritmo di montaggio, non rimane poi molto di originale su cui riflettere al termine della visione. Reduce dal più che discreto The End of the Tour (2015), Ponsoldt firma un lavoro ambizioso ma privo di basi solide su cui appoggiarsi, anche a causa di una scrittura dei personaggi davvero pressapochista e grossolana. Anche gli attori, inoltre, non risultano mai in parte. Evitabile.