Danny (James Cagney) ed Eddie (Arthur Kennedy) sono due fratelli molto legati che si aiutano a vicenda per realizzarsi. Il primo abbandona l'impiego di camionista per dedicarsi alla boxe, il secondo invece prova ad affermarsi come compositore. Raccontando una storia prettamente melodrammatica, Anatole Litvak (supportato in cabina di regia da Jean Negulesco, seppur non accreditato), dirige una pellicola convincente ed equilibrata nei toni, seppur priva di grandi elementi da ricordare. La parabola di Danny ed Eddie è ben cadenzata e resa ancora più credibile e vivace dallo stile asciutto del regista di origine ucraina: Litvak evita facili e furbe scivolate retoriche per concentrarsi più sulla forza bruta del racconto e sull'impatto scenico restituito dalla sua pellicola in maniera piuttosto grezza e rudimentale. Seppur nella parte centrale la narrazione si incarti e non ci siano guizzi degni di nota, La città del peccato resta un titolo piuttosto valido e capace di coinvolgere per quasi tutta la sua durata.