Classe Z
2017
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
92 min.
Formato
Colore
Regista
Guido Chiesa
Attori
Alessandro Preziosi
Andrea Pisani
Alice Pagani
Antonio Catania
Enrico Oetiker
Greta Menchi
Arrivati all’ultimo anno del liceo, il primo giorno di scuola gli studenti più problematici dell’istituto vengono spostati in una nuova sezione creata ad hoc dal preside (Alessandro Preziosi). Gli insegnanti rinunciano al loro mandato didattico con loro e soltanto il nuovo supplente di lettere (Andrea Pisani) sembra credere ancora in loro.
Dopo aver raccontato i figli viziati di un ricco imprenditore in Belli di papà (2015), Guido Chiesa si concentra su ragazzi decisamente più vivaci: un gruppo di studenti reietti, costretti a stare in una “classe-ghetto” per impedire che potessero rovinare il lavoro dei colleghi più bravi. Un tema importante e attuale, declinato però secondo le vesti di una commedia piuttosto superficiale, incapace di approfondire a fondo l’argomento interessante sul quale si concentra. Debolissimo, in particolare, il colpo di scena finale ma è tutta la seconda parte a essere vittima di un calo verticale, risultando eccessivamente edulcorata e poco credibile nella descrizione dei vari talenti inespressi che gli studenti della “classe Z” scoprono di avere. Molti limiti, inoltre, nella caratterizzazione di un gruppo di personaggi stereotipati e scritti a tavolino. In definitiva, lo spunto iniziale non era niente male, ma le strade per svilupparlo sono state pigre e ridondanti.
Dopo aver raccontato i figli viziati di un ricco imprenditore in Belli di papà (2015), Guido Chiesa si concentra su ragazzi decisamente più vivaci: un gruppo di studenti reietti, costretti a stare in una “classe-ghetto” per impedire che potessero rovinare il lavoro dei colleghi più bravi. Un tema importante e attuale, declinato però secondo le vesti di una commedia piuttosto superficiale, incapace di approfondire a fondo l’argomento interessante sul quale si concentra. Debolissimo, in particolare, il colpo di scena finale ma è tutta la seconda parte a essere vittima di un calo verticale, risultando eccessivamente edulcorata e poco credibile nella descrizione dei vari talenti inespressi che gli studenti della “classe Z” scoprono di avere. Molti limiti, inoltre, nella caratterizzazione di un gruppo di personaggi stereotipati e scritti a tavolino. In definitiva, lo spunto iniziale non era niente male, ma le strade per svilupparlo sono state pigre e ridondanti.
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