Giovane condannato a sei anni di reclusione per omicidio (benché per legittima difesa), Robert Graham (Phillips Holmes), con l'avvicinarsi della fine della pena, vive con entusiasmo il nuovo lavoro assegnatoli per la buona condotta. Tuttavia, finirà coinvolto, controvoglia, in una rivolta carceraria. Secondo film parlato di Howard Hawks, girato appena prima del capolavoro Scarface (1932), Codice penale è un ruvido e magniloquente dramma carcerario, dove il talento per il ritmo e la voglia di sperimentare con dialoghi lunghi (strumento nuovo, al tempo, essendo il cinema appena passato dal muto al sonoro) riesce a innalzare il livello del film sopra i prodotti medi dell'epoca. L'occhio del regista si può scovare nella descrizione affettuosa e cameratesca dei rapporti d'amicizia virile, leit motiv di tutta la sua produzione cinematografica. Manca un pizzico di mordente e la sceneggiatura è a tratti ridondante, ma complessivamente la pellicola funziona e risulta efficace. Ottima la direzione degli attori, tra i quali spunta un Boris Karloff cupo e intenso. Primo adattamento cinematografico di una della più fortunate pièce teatrali della storia del cinema: dall'omonimo testo di Martin Flavin furono tratti infatti ben cinque altri film, di cui uno francese, uno spagnolo e tre americani.