Cognome e nome: Lacombe Lucien
Lacombe Lucien
1974
Paesi
Francia, Rft, Italia
Generi
Guerra, Drammatico
Durata
138 min.
Formato
Colore
Regista
Louis Malle
Attori
Pierre Blaise
Aurore Clément
Holger Löwenadler
Therese Giehse
Stéphane Bouy
Pierre Decazes
Jean Bousquet
Gilberte Rivet
Ave Ninchi
Nella Francia occupata, il figlio di contadini Lucien Lacombe (Pierre Blaise) chiede di arruolarsi nella resistenza. Rifiutato per la giovane età, durante un fortuito incontro con i tedeschi finisce per denunciare un partigiano, diventando così un collaborazionista e membro della Gestapo. Ciò non gli impedirà di innamorarsi dell'ebrea France Horn (Aurore Clément) e di indignarsi, dopo aver assistito e partecipato ad innumerevoli atrocità, per un torto banale.
La guerra vista dalla parte degli stolti, con il protagonista (molto convincente) che è quasi un “cattivo selvaggio”, un Forrest Gump ante litteram invidioso e arrivista, anche se il suo paragone più prossimo è con lo sguattero zoppo del successivo (e affine) Arrivederci ragazzi (1987), sempre diretto da Louis Malle. Attraverso questo eroe spregevole, il regista riesce a raccontare al contempo la vergogna per il (recente) passato francese ed europeo e la proverbiale banalità del male, insieme al peso che il caso ha in ogni decisione umana. Molto amato e odiato a pari modo per aver “giocato” con libertà su temi ancora scandalosi, il film resta un sentito (anche se un po' freddo) racconto immorale, più verosimile della realtà, tanto che il destino di Lucien è affidato a una didascalia che insieme riassume e sbeffeggia il presunto valore delle prese di posizione. Esemplare anche per come viene fotografata una Francia soleggiata e non scontata, attraversata tanto dalle gioiose pedalate del ragazzo quanto dai mezzi bellici, fu nominato agli Oscar e ai Golden Globes, ma in generale forse sottovalutato nella sua potenzialità di interpretare davvero, con l'impegno leggiadro del regista e un consapevole rifiuto di ogni catarsi, un'amnesia di coscienza individuale che condensa nel nonsense della guerra.
La guerra vista dalla parte degli stolti, con il protagonista (molto convincente) che è quasi un “cattivo selvaggio”, un Forrest Gump ante litteram invidioso e arrivista, anche se il suo paragone più prossimo è con lo sguattero zoppo del successivo (e affine) Arrivederci ragazzi (1987), sempre diretto da Louis Malle. Attraverso questo eroe spregevole, il regista riesce a raccontare al contempo la vergogna per il (recente) passato francese ed europeo e la proverbiale banalità del male, insieme al peso che il caso ha in ogni decisione umana. Molto amato e odiato a pari modo per aver “giocato” con libertà su temi ancora scandalosi, il film resta un sentito (anche se un po' freddo) racconto immorale, più verosimile della realtà, tanto che il destino di Lucien è affidato a una didascalia che insieme riassume e sbeffeggia il presunto valore delle prese di posizione. Esemplare anche per come viene fotografata una Francia soleggiata e non scontata, attraversata tanto dalle gioiose pedalate del ragazzo quanto dai mezzi bellici, fu nominato agli Oscar e ai Golden Globes, ma in generale forse sottovalutato nella sua potenzialità di interpretare davvero, con l'impegno leggiadro del regista e un consapevole rifiuto di ogni catarsi, un'amnesia di coscienza individuale che condensa nel nonsense della guerra.
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