Colori mimetici
Barwy ochronne
1977
Paese
Polonia
Generi
Grottesco, Drammatico
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Krzysztof Zanussi
Attori
Piotr Garlicki
Zbigniew Zapasiewicz
Christine Paul-Podlasky
Mariusz Dmochowski
Wojciech Alaborski
Mieczysław Banasik
In un campus universitario dedicato alla linguistica, studenti e docenti si scontrano per motivi organizzativi. Ma anche tra gli stessi insegnanti la tensione non manca e il conflitto è pronto a scoppiare.
Dopo Illuminazione, Zanussi torna a raccontare il mondo universitario facendo un’incursione nel per lui inconsueto genere della satira. La commedia sottile e insinuante ben si adegua al suo stile riflessivo e nevrotico, profondamente intellettuale, ma mai a vuoto, dove a fiumi di parole corrisponde una altrettanto vasta quantità di non detti. I due professori protagonisti si punzecchiano eppure sono irrimediabilmente attratti dall’opposto modo di pensare e agire: Jaroslaw (Piotr Garlicki) è onesto e diretto con i suoi studenti, mentre Jakub (Zbigniew Zapasiewicz) preferisce manovrare subdolamente chi gli sta intorno. Cambiare per resistere a un mondo cannibale, come il mimetismo che riecheggia anche nei bei titoli di testa a modo di bestiario, e dove si è disposti a tutto pur di rimanere a galla. Tra l’illusione del primo e la disillusione del secondo, non c’è vincitore, e lo dimostra il bellissimo finale. Ma il film, nonostante qualche passaggio eccessivamente didascalico, fa anche un interessante discorso allegorico-politico sulla società comunista polacca: i parallelismi tra il microcosmo universitario e il macrocosmo esterno sono impliciti dai modelli relazionali dei personaggi, tesi e mai gratuiti, e in cui c’è sempre una linea di pensiero ufficiale da seguire, invariabilmente, e dove ogni azione contraria è da punire in quanto sovversiva e potenzialmente dannosa. Qualche guizzo in più non avrebbe guastato, ma resta uno dei migliori risultati del regista di Varsavia: il film è apprezzato e omaggiato anche da Krzysztof Kieślowski che ne Il cineamatore fa intervenire direttamente Zanussi nel ruolo di se stesso, impegnato a presentare Colori mimetici a un cineforum cui partecipa il protagonista interpretato da Jerzy Stuhr.
Dopo Illuminazione, Zanussi torna a raccontare il mondo universitario facendo un’incursione nel per lui inconsueto genere della satira. La commedia sottile e insinuante ben si adegua al suo stile riflessivo e nevrotico, profondamente intellettuale, ma mai a vuoto, dove a fiumi di parole corrisponde una altrettanto vasta quantità di non detti. I due professori protagonisti si punzecchiano eppure sono irrimediabilmente attratti dall’opposto modo di pensare e agire: Jaroslaw (Piotr Garlicki) è onesto e diretto con i suoi studenti, mentre Jakub (Zbigniew Zapasiewicz) preferisce manovrare subdolamente chi gli sta intorno. Cambiare per resistere a un mondo cannibale, come il mimetismo che riecheggia anche nei bei titoli di testa a modo di bestiario, e dove si è disposti a tutto pur di rimanere a galla. Tra l’illusione del primo e la disillusione del secondo, non c’è vincitore, e lo dimostra il bellissimo finale. Ma il film, nonostante qualche passaggio eccessivamente didascalico, fa anche un interessante discorso allegorico-politico sulla società comunista polacca: i parallelismi tra il microcosmo universitario e il macrocosmo esterno sono impliciti dai modelli relazionali dei personaggi, tesi e mai gratuiti, e in cui c’è sempre una linea di pensiero ufficiale da seguire, invariabilmente, e dove ogni azione contraria è da punire in quanto sovversiva e potenzialmente dannosa. Qualche guizzo in più non avrebbe guastato, ma resta uno dei migliori risultati del regista di Varsavia: il film è apprezzato e omaggiato anche da Krzysztof Kieślowski che ne Il cineamatore fa intervenire direttamente Zanussi nel ruolo di se stesso, impegnato a presentare Colori mimetici a un cineforum cui partecipa il protagonista interpretato da Jerzy Stuhr.
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