Libby Parsons (Ashley Judd) viene ingiustamente accusata dell'omicidio del marito Nick (Bruce Greenwood), misteriosamente scomparso. Quando viene chiusa in carcere, è costretta ad affidare il figlio alla sua amica Angie (Annabeth Gish), ma sparisce anche quest'ultima con il suo bambino. Scoprirà la verità grazie a due compagne di cella: Angie e suo marito Nick vivono insieme. Raggirata e umiliata, proverà a riprendersi la sua vita.
Film incentrato su un soggetto prevedibile e con intrecci narrativi non nuovi, che difetta dal punto di vista dello spessore emotivo e sembra affidarsi esclusivamente alla caratterizzazione, di suo non eccelsa, dei personaggi femminili. Ma al di là di tale scelta c'è poco altro, fatta eccezionale per l'uso riuscito di alcuni ralenti: scegliendo di confezionare un thriller dai ripetuti colpi di scena, la pellicola sembra trascurare la cura dei dialoghi o una certa, mai davvero esplorata, eleganza formale a vantaggio della pura tensione, basica e dozzinale, quanto non deliberatamente pedestre e col pilota automatico. Per non parlare della credibilità, che in più di un'occasione scende sotto il livello di guardia.