Una coppia benestante dell'alta società polacca (Leon Niemczyk e Jolanta Umecka) si sta recando al lago, quando si imbatte in un giovane autostoppista (Zygmunt Malanowicz). Un po' per gioco e un po' per noia, i due invitano lo sconosciuto a uscire in barca con loro: nell'angusto spazio in cui sono costretti, comincerà una lunga sfida caratteriale tra gli uomini.
L'opera prima di Roman Polanski dimostra già il grande talento di un regista che si rivelerà straordinario negli anni a venire: attraverso il sapiente uso dello spazio, viene orchestrata una sottile e ambigua lotta psicologica a tre, dove la donna, apparentemente e ambiguamente in disparte, dirige e manipola le pulsioni dei maschi. L'ipocrisia borghese e l'istituzione del matrimonio vengono messe a nudo in una pellicola semplice solo in apparenza, che tratta con spessore tematiche tutt'altro che banali; seppur leggermente acerbo e in calo con il passare dei minuti, è un piccolo bignami su come creare tensione e angoscia con pochissimi strumenti. Primo film polacco della storia a essere candidato all'Oscar, venne battuto, nella categoria dei lungometraggi stranieri, da 8 ½ (1963) di Federico Fellini. Insieme a Polanski e a Jakub Goldberg, tra gli sceneggiatori figura anche il futuro regista Jerzy Skolimowski.