Brescello, paese emiliano di cui Peppone (Gino Cervi) è sindaco e Don Camillo (Fernandel) è parroco, viene gemellato con una città sovietica. Peppone si recherà dunque nella patria del comunismo, ma sarà costretto a trovarsi tra i piedi anche l'acerrimo rivale cattolico.
Quinto e ultimo capitolo della serie con Fernandel e Gino Cervi, Il compagno Don Camillo purtroppo è lontano dal brio e dall'umorismo dei primi episodi. Il tentativo di riproporre le carte vincenti che hanno reso celebri i personaggi va presto a scontrarsi con la mancanza di originalità derivante dall'usura del franchise: il risultato ha l'aspetto di una brutta e devitalizzata copia delle vecchie pellicole. Anche lo spunto iniziale che è alla base del copione è leggermente più debole dei predecessori, e la regia di Comencini, che si ritrovò al timone del progetto solo per far fronte ad alcuni vincoli contrattuali, è distratta e svogliata. Le trovate migliori e le risate scaturiscono dagli ormai arcinoti battibecchi ideologici tra i due protagonisti (sempre in forma smagliante) ma nel complesso il film è fiacco e incapace di coinvolgere al punto giusto.