In un fatiscente palazzo madrileno si intrecciano le vicende dell'agente immobiliare Julia (Carmen Maura) e dei suoi coloriti condomini, apparentemente in piena armonia ma in realtà pronti ad accoltellarsi alle spalle. Crudele satira della comunità urbana contemporanea da parte del provocatore Álex de la Iglesia, che firma una delle sue black comedy più riuscite. Citando continuamente il maestro Hitchcock fin dai titoli di testa ispirati a La donna che visse due volte (1958), il regista si diverte a prendere in giro, stigmatizzandoli, i micragnosi vizi quotidiani dell'uomo comune, compattando nel microcosmo condominiale le piccole barbarie della società. Come spesso accade nei suoi film, de la Iglesia si fa per prendere la mano nell'esasperazione del registro grottesco, perdendo il controllo sul bilanciamento del mix tra thriller, horror e commedia nera di respiro polanskiano, che avrebbe potuto rendere l'opera perfetta. Lungi dall'esserlo, soprattutto in una parte centrale sfilacciata e caciarona, la pellicola si riscatta però con un frenetico e notevole finale. Tutto sommato il divertimento non manca, anche se le numerose sbavature e i molti eccessi possono a lungo andare annoiare e infastidire. Bravissima Carmen Maura.