Il conformista
1970
Paesi
Francia, Rft, Italia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Bernardo Bertolucci
Attori
Jean-Louis Trintignant
Stefania Sandrelli
Dominique Sanda
Gastone Moschin
Enzo Tarascio
José Quaglio
Pierre Clémenti
Yvonne Sanson
Milly
Giuseppe Addobbati
Alessandro Haber
1938: Marcello Clerici (Jean-Louis Trintignant) si offre volontario per una missione per conto dell'Ovra (la polizia politica fascista) e, accompagnato dalla moglie Giulia (Stefania Sandrelli), si reca in viaggio di nozze a Parigi per uccidere Luca Quadri (Enzo Tarascio), suo ex professore all'università e ora antifascista in esilio. Ma l'incontro con la moglie del professore, la seducente Anna (Dominique Sanda), fa vacillare la determinazione di Marcello.
Adattamento molto libero dell'omonimo romanzo di Alberto Moravia attraverso cui Bertolucci opera una feroce critica alla borghesia italiana e alla sua ignavia. Una borghesia connivente e cieca davanti agli orrori del fascismo, idealmente rappresentata da Italo, personaggio non vedente creato ad hoc dal regista e non presente nel testo di partenza. Marcello Clerici è una figura tipica del cinema di Bertolucci, in quanto cerca con forza il proprio posto nel mondo, eppure diversa in quanto elude qualsiasi impeto rivoluzionario e si rifugia nel conformismo, nella ricerca di una normalità di facciata sotto cui si nascondono colpe e paure inconfessabili, oltre ad avere una repulsione per qualsiasi anomalia e debolezza personale (la propria latente omosessualità) o collettiva (la malattia del padre, l'intelligenza acuta del professor Quadri posta al servizio dell'antifascismo, la cecità dell'amico Italo, la disinibizione della madre, l'ambiguo rapporto tra Giulia e Anna). Il protagonista, quindi, vive un conflitto psicologico tra il proprio essere e la necessità di apparire, aderendo a una massa che disprezza (la moglie civetta e mediocre), cercando di reprimere qualsiasi attrazione per tutto ciò che è sofisticato, seducente e anticonvenzionale (il professor Quadri e la sua splendida moglie). La missione di Marcello Clerici è quella di sopravvivere, nascondendo i propri limiti e mostrando il suo volto più pragmatico e spregiudicato adattandosi a ogni situazione e pronto a rinnegare qualsiasi ideale o sentimento. Decisamente originale l'uso del flashback (che non disdegna le ellissi temporali) e strepitosa la messa in scena ricercata, spiazzante e ricchissima in cui abbondano i riferimenti alla decorazione e all'iconografia novecentesca, specie al futurismo e alle opere di De Chirico richiamate dalla splendida fotografia di Vittorio Storaro. Memorabile la colonna sonora di Georges Delerue, uno dei maestri della Nouvelle Vague. Piccole parti per l'ex diva del melò Yvonne Sanson (la madre di Giulia), per la cantante Milly (la madre di Marcello) e per il semi-esordiente Alessandro Haber (il cieco ubriaco).
Adattamento molto libero dell'omonimo romanzo di Alberto Moravia attraverso cui Bertolucci opera una feroce critica alla borghesia italiana e alla sua ignavia. Una borghesia connivente e cieca davanti agli orrori del fascismo, idealmente rappresentata da Italo, personaggio non vedente creato ad hoc dal regista e non presente nel testo di partenza. Marcello Clerici è una figura tipica del cinema di Bertolucci, in quanto cerca con forza il proprio posto nel mondo, eppure diversa in quanto elude qualsiasi impeto rivoluzionario e si rifugia nel conformismo, nella ricerca di una normalità di facciata sotto cui si nascondono colpe e paure inconfessabili, oltre ad avere una repulsione per qualsiasi anomalia e debolezza personale (la propria latente omosessualità) o collettiva (la malattia del padre, l'intelligenza acuta del professor Quadri posta al servizio dell'antifascismo, la cecità dell'amico Italo, la disinibizione della madre, l'ambiguo rapporto tra Giulia e Anna). Il protagonista, quindi, vive un conflitto psicologico tra il proprio essere e la necessità di apparire, aderendo a una massa che disprezza (la moglie civetta e mediocre), cercando di reprimere qualsiasi attrazione per tutto ciò che è sofisticato, seducente e anticonvenzionale (il professor Quadri e la sua splendida moglie). La missione di Marcello Clerici è quella di sopravvivere, nascondendo i propri limiti e mostrando il suo volto più pragmatico e spregiudicato adattandosi a ogni situazione e pronto a rinnegare qualsiasi ideale o sentimento. Decisamente originale l'uso del flashback (che non disdegna le ellissi temporali) e strepitosa la messa in scena ricercata, spiazzante e ricchissima in cui abbondano i riferimenti alla decorazione e all'iconografia novecentesca, specie al futurismo e alle opere di De Chirico richiamate dalla splendida fotografia di Vittorio Storaro. Memorabile la colonna sonora di Georges Delerue, uno dei maestri della Nouvelle Vague. Piccole parti per l'ex diva del melò Yvonne Sanson (la madre di Giulia), per la cantante Milly (la madre di Marcello) e per il semi-esordiente Alessandro Haber (il cieco ubriaco).
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