Così bella, così dolce
Une femme douce
1969
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
88 min.
Formato
Colore
Regista
Robert Bresson
Attori
Dominique Sanda
Guy Frangin
Jeanne Lobre
Parigi. La giovane Elle (Dominique Sanda) pone fine alla sua vita gettandosi dal balcone di casa. Il marito (Guy Frangin), davanti al cadavere disteso sul letto della ragazza, ripercorre con la mente alcune tappe significative del loro rapporto, cercando di capire il motivo dell'insipegabile gesto. Con il suo primo film a colori, Robert Bresson azzera la spiritualità delle sue opere precedenti e vira verso quel totale pessimismo che farà da filo conduttore alla sua ultima produzione cinematografica. Ispirandosi al racconto La mite (1876) di Dostoevskij, il regista francese pone l'accento sul vuoto cosmico che avvolge l'anaffettiva gioventù alle porte degli anni '70 e, in particolare, su una insondabile insofferenza e su un malessere percepibili solo attraverso i piccoli gesti. Da potenziale omicida, Elle (l'esordiente Sanda, all'epoca diciannovenne) diventa una suicida che porta con sé anche il mistero del disegno divino, qui ridotto a scheletro imperscrutabile. E il suo corpo rigido ed esangue, rigidamente adagiato sul letto di morte, diventa un "oggetto" a cui rivolgere domande senza risposta. Per la prima volta Bresson, oltre a insistere sugli oggetti, sceglie sistematicamente inquadrature che tagliano i volti dei personaggi e accentua l'assenza di recitazione. Tratti distintivi che perfezionerà nelle pellicole successive e che in questo caso risultano un po' pretestuosi. Straordinaria, comunque, la messa in scena del suicidio fuori campo. Di grande importanza la figura della domestica Anna (Jeanne Lobre) che, con il suo consapevole silenzio, esprime solidarietà alla vittima e stigmatizza la cecità (l'egoismo?) del borghese Luc. Fotografia di Ghislain Cloquet. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.
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