Cry Macho – Ritorno a Casa
Cry Macho
2021
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Western
Durata
104 min.
Formato
Colore
Regista
Clint Eastwood
Attori
Clint Eastwood
Eduardo Minett
Natalia Traven
Dwight Yoakam
Fernanda Urrejola
Horacio García Rojas
Mike Milo (Clint Eastwood), ex stella del rodeo e ora allevatore di cavalli in declino, accetta l’incarico del suo vecchio capo di riportare a casa il figlio dal Messico. L’improbabile coppia affronta un viaggio inaspettatamente arduo, ricco di imprevisti, ma anche di legami inattesi.
È indubbiamente un film pienamente “eastwoodiano” questo lungometraggio tratto dall’omonimo romanzo del 1975 di N. Richard Nash: il grande regista americano fa di questo testo un’opera completamente sua, incentrata sul crollo del mito del western e del cowboy (Gli spietati), ma anche sul passaggio del testimone verso nuove generazioni, non sol(tant)o tramite legami di sangue (Gran Torino). Gli ingredienti per un lavoro importante ci sono tutti, ma Eastwood questa volta si ferma troppo alla superficie del discorso, anche per il ribaltamento/annullamento del mito della virilità (“Cry Macho”, appunto) e per la riflessione su una vecchiaia di saggezza, accettazione e tolleranza. Indubbiamente vedere Eastwood tornare a recitare con il cappello da cowboy a 91 anni è un’emozione e non mancano passaggi toccanti in questo lavoro coerente col resto della sua filmografia, ma la sensazione generale (ed è un vero peccato) è quella di una visione eccessivamente fredda, che fatica a coinvolgere e non riesce a commuovere in profondità come vorrebbe. Soprattutto con l’approssimarsi della conclusione manca una reale empatia e quello che rimane è un prodotto sincero ma un po’ ingenuo, che aggiunge davvero poco alla magnifica filmografia del regista di Mystic River e Million Dollar Baby. Da segnalare che l’adattamento del romanzo di Nash ha avuto diversi tentativi di realizzazione fin dagli anni Settanta: tra questi, nel 1988, ce ne fu uno che prevedeva lo stesso Eastwood come attore protagonista, ma l’interprete rinunciò al film per interpretare nuovamente l'ispettore Callaghan in Scommessa con la morte.
È indubbiamente un film pienamente “eastwoodiano” questo lungometraggio tratto dall’omonimo romanzo del 1975 di N. Richard Nash: il grande regista americano fa di questo testo un’opera completamente sua, incentrata sul crollo del mito del western e del cowboy (Gli spietati), ma anche sul passaggio del testimone verso nuove generazioni, non sol(tant)o tramite legami di sangue (Gran Torino). Gli ingredienti per un lavoro importante ci sono tutti, ma Eastwood questa volta si ferma troppo alla superficie del discorso, anche per il ribaltamento/annullamento del mito della virilità (“Cry Macho”, appunto) e per la riflessione su una vecchiaia di saggezza, accettazione e tolleranza. Indubbiamente vedere Eastwood tornare a recitare con il cappello da cowboy a 91 anni è un’emozione e non mancano passaggi toccanti in questo lavoro coerente col resto della sua filmografia, ma la sensazione generale (ed è un vero peccato) è quella di una visione eccessivamente fredda, che fatica a coinvolgere e non riesce a commuovere in profondità come vorrebbe. Soprattutto con l’approssimarsi della conclusione manca una reale empatia e quello che rimane è un prodotto sincero ma un po’ ingenuo, che aggiunge davvero poco alla magnifica filmografia del regista di Mystic River e Million Dollar Baby. Da segnalare che l’adattamento del romanzo di Nash ha avuto diversi tentativi di realizzazione fin dagli anni Settanta: tra questi, nel 1988, ce ne fu uno che prevedeva lo stesso Eastwood come attore protagonista, ma l’interprete rinunciò al film per interpretare nuovamente l'ispettore Callaghan in Scommessa con la morte.
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