In vacanza lontana dal marito (Arthur Hill), Kay (Jean Seberg) tradisce il suo uomo con Mark (Sean Garrison). Capito immediatamente l'errore, la donna vuole mettere fine alla sua avventura sentimentale, ma Mark sembra non gradire la decisione e, durante una collisione, verrà colpito da un proiettile sparato da Kay. L'uomo non muore, ma perde la memoria. I guai grossi però emergono quando, come psichiatra incaricato nel far riemergere i suoi ricordi, verrà scelto proprio il marito delle bella signora. Da un momento all'altro è l'ultimo film diretto dal prolifico Mervyn LeRoy che, con questa pellicola, prova a fare una sorta di sintesi ideale della sua intera carriera. La pellicola è infatti basata su un continuo mescolarsi di generi, iniziando con la commedia sentimentale per poi sfociare nel dramma psicologico più profondo: tutte correnti che il regista, lungo la sua sterminata filmografia, ebbe modo di affrontare. Il problema però è che questa continua alternanza di genere nuoce gravemente alla salute del lavoro, rendendolo poco coerente e soprattutto disordinato: l'opera procede con fare frizzante solo per i primi venti minuti, per poi arenarsi su rompicapi psicologici male affrontati e risolti in maniera frettolosa inseguendo uno scontato lieto fine. I personaggi non sono credibili e la regia di LeRoy sembra attratta solo dai paesaggi della Costa Azzurra: nel complesso una pellicola inconsistente e una pessima chiusura di una buona carriera. Peccato.