Le vicende di 4 personaggi si intrecciano tra amori, tradimenti, separazioni e riavvicinamenti nella Seoul di metà anni '90. Uno scrittore senza talento e senza soldi ha una relazione con una donna sposata, mentre un'altra ragazza, che lavora come cassiera in un cinema, lo adora e lo mantiene. Anche la donna sposata lo ama e sta pensando di lasciare il marito, un modesto rappresentante spesso lontano da casa, che sospetta, ma preferisce non indagare.

In questa opera prima Hong Sang-soo, il regista coreano più vicino al cinema d'autore occidentale, anticipa molti dei temi della sua prolifica carriera successiva, che lo ha portato a vincere numerosi premi nei principali festival internazionali (per ultimi l'Orso d'argento a Berlino 2020 e 2021): intellettuali squattrinati, compagni di bevute ma amici superficiali, lunghi silenzi, rapporti uomo-donna violenti e sgradevoli, scene di sesso fredde e meccaniche, prive di ogni passione. In quest’opera prima emerge subito la mediocrità dei protagonisti e il grigiore sia degli esterni urbani, sia degli interni domestici o pubblici di un paese appena uscito da una lunga dittatura militare. La pellicola è acerba e poco incisiva, ma rimane interessante per iniziare a osservare una poetica che si sta sviluppando. Da sottolineare l'esordio in un piccolo ruolo da non protagonista di Song Kang-ho, l'attore più riconoscibile del cinema coreano degli anni a venire.