Giovanni Episcopo (Aldo Fabrizi) è un impiegato che conduce una vita tranquilla. Un giorno conosce Giulio Wanzer (Roldano Lupi), un uomo vivace e pieno di iniziativa che lo conduce sulla cattiva strada. Giovanni avrà anche modo di conoscere e sposare Ginevra (Yvonne Sanson), una donna infedele dal quale avrà un bambino. Tutto però è destinato a complicarsi notevolmente e a prendere pieghe sempre più drammatiche. Tratto dal romanzo Giovanni Episcopo di Gabriele D'Annunzio e sceneggiato da Suso Cecchi D'Amico, Aldo Fabrizi, Federico Fellini, Piero Tellini e lo stesso Lattuada, il film deve molto alla minuziosa scrittura della pagina scritta di origine, nonostante non sia trascurabile l'ottimo lavoro di regia del trentatreenne Alberto Lattuada. La pellicola, in un continuo crescendo di drammaticità e tensione, racconta la parabola discendente di un uomo qualunque che vede la sua vita complicarsi (suo malgrado) sino ad arrivare a un punto di non ritorno. Il regista milanese segue le vicende con occhio neutrale, senza schierarsi, ma decorando al meglio la narrazione, semplice e lineare. Gli attori sono tutti in splendida forma e il film scorre senza intoppi, per quanto in diversi momenti si respiri un certo timore a lasciar trapelare le emozioni. Talmente rigoroso da risultare eccessivamente freddo e trattenuto, con un'atmosfera malinconica che rispecchia lo stato d'animo del protagonista. Superbo bianconero di Aldo Tonti, musiche di Nino Rota e Felice Lattuada (padre del regista). Presentato in concorso al Festival di Cannes.