Dheepan – Una nuova vita
Dheepan
2015
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
109 min.
Formato
Colore
Regista
Jacques Audiard
Attori
Jesuthasan Antonythasan
Kalieaswari Srinivasan
Claudine Vinasithamby
Vincent Rottiers
Faouzi Bensaïdi
Marc Zinga
Dheepan (Jesuthasan Antonythasan) è in fuga dallo Sri Lanka, dove è in corso una guerra civile. Insieme a una donna (Kalieaswari Srinivasan) e a una bambina (Claudine Vinasithamby), arriva a Parigi: i tre devono fingersi una famiglia per ottenere asilo politico nella capitale transalpina e, nel frattempo, Dheepan trova lavoro come guardiano di un condominio nella periferia parigina.
Il francese Jacques Audiard, reduce dal melodramma di Un sapore di ruggine e ossa (2012), riversa la sua attenzione su una storia dal forte impegno civile, incentrata su una tematica di scottante attualità come l'immigrazione, al fine di riflettere, con la solita sensibilità febbrile e appassionata del suo cinema, sulla natura ambivalente del fenomeno, rappresentata in maniera emblematica e significativa dalla guerriglia urbana che il protagonista e la sua “famiglia” trovano nella periferia francese. Ispirato alle Lettere persiane di Montesquieu, Dheepan è un'opera che reca su di sé il marchio di fabbrica irrinunciabile della poetica dell'autore, votato come sempre alle passioni forti e alla messa in scena di conflitti insanabili. Ma la tensione formale e il risultato complessivo sono un po' al di sotto dei migliori lavori di Audiard (si pensi a Il profeta del 2009), probabilmente per un eccesso di remissività in alcuni passaggi e per qualche didascalismo di troppo ricalcato sulla cronaca più risaputa. Il cuore però non manca e l'approccio stilistico, anche se in apparenza più quieto e impersonale del solito, sa sondare con acutezza la complessità di un tessuto sociale già di suo intricato. Il regista francese si muove in maniera diligente e discreta, seminando qua e là attimi epifanici, momenti preziosi, improvvise accensioni, fino alla decisiva svolta del finale: è il suo film in assoluto più naturalistico, il più immediato e il meno pensato e costruito, un risultato derivante anche da un montaggio molto libero, dall'uso di attori non professionisti e dalle tante improvvisazioni sul set. Generosa Palma d'oro al Festival di Cannes.
Il francese Jacques Audiard, reduce dal melodramma di Un sapore di ruggine e ossa (2012), riversa la sua attenzione su una storia dal forte impegno civile, incentrata su una tematica di scottante attualità come l'immigrazione, al fine di riflettere, con la solita sensibilità febbrile e appassionata del suo cinema, sulla natura ambivalente del fenomeno, rappresentata in maniera emblematica e significativa dalla guerriglia urbana che il protagonista e la sua “famiglia” trovano nella periferia francese. Ispirato alle Lettere persiane di Montesquieu, Dheepan è un'opera che reca su di sé il marchio di fabbrica irrinunciabile della poetica dell'autore, votato come sempre alle passioni forti e alla messa in scena di conflitti insanabili. Ma la tensione formale e il risultato complessivo sono un po' al di sotto dei migliori lavori di Audiard (si pensi a Il profeta del 2009), probabilmente per un eccesso di remissività in alcuni passaggi e per qualche didascalismo di troppo ricalcato sulla cronaca più risaputa. Il cuore però non manca e l'approccio stilistico, anche se in apparenza più quieto e impersonale del solito, sa sondare con acutezza la complessità di un tessuto sociale già di suo intricato. Il regista francese si muove in maniera diligente e discreta, seminando qua e là attimi epifanici, momenti preziosi, improvvise accensioni, fino alla decisiva svolta del finale: è il suo film in assoluto più naturalistico, il più immediato e il meno pensato e costruito, un risultato derivante anche da un montaggio molto libero, dall'uso di attori non professionisti e dalle tante improvvisazioni sul set. Generosa Palma d'oro al Festival di Cannes.
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