Su un'isola del Pacifico, un vulcano minaccia un lebbrosario per bambini gestito da un prete (Spencer Tracy). Tre galeotti (Frank Sinatra, Bernie Hamilton e Gregoire Aslan), costretti a risiedere sulla medesima isola, avranno modo di espiare le loro colpe aiutando il sacerdote a mettere in salvo i piccoli.

Arrivato quasi a fine carriera, Mervyn LeRoy realizza una pellicola priva di stimoli interessanti, firmando uno dei gradini più bassi della sua filmografia. Il diavolo alle 4 è infatti un lungometraggio monotono e prevedibile, tanto furbo e ricattatorio nelle sue scelte (narrative e stilistiche) quanto retorico e prevedibile: i buoni sentimenti sembrano essere i veri protagonisti della pellicola, che troppo spesso e troppo velocemente si dimentica la drammaticità degli eventi che inscena, sorvolando in maniera superficiale e frettolosa sulle questioni accennate. La regia di LeRoy è poco attenta e imprecisa nel catturare con attenzione i particolari o le sfumature della vicenda, mentre la recitazione di Tracy risulta decisamente sopra le righe e per nulla credibile. Frank Sinatra gli fa eco, lasciando intuire che la sua partecipazione sia dovuta solo per ragioni di botteghino. I momenti spettacolari non mancano (anche se gli effetti speciali a oggi risultano un po' posticci) ma non bastano per risollevare le sorti della pellicola.