Dietro la porta chiusa
Secret Beyond the Door
1947
Paese
Usa
Generi
Noir, Drammatico, Thriller
Durata
99 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Fritz Lang
Attori
Joan Bennett
Michael Redgrave
Anne Revere
Barbara O'Neil
Natalie Schafer
Paul Cavanagh
Folgorata a prima vista, Celia (Joan Bennett) sposa il facoltoso Mark (Michael Redgrave) e va a vivere nella sua villa. Dopo pochi giorni di felicità, tuttavia, la donna scoprirà con orrore che il marito ha costruito in casa una serie di stanze che riproducono antichi omicidi e che, inoltre, una delle camere sembra custodire un segreto sulla vita di Mark stesso. Dopo la lunga parentesi di film semi-propagandistici girati durante la Seconda guerra mondiale per gli americani (Duello mortale del 1941, Anche i boia muiono del 1943, Il prigioniero del terrore del 1944 e Maschere e pugnali del 1946), Fritz Lang torna al suo cinema e alle sue ossessioni (l'omicidio, la psicanalisi) girando un film in quasi totale autonomia, prodotto dalla Diana Productions, sua e di Joan Bennett. Purtroppo, al tempo la critica lo bocciò, il pubblico rispose negativamente e la casa di produzione fu costretta a chiudere. Il film è stato poi ampiamente rivalutato a posteriori, assurgendo, di fatto, a una delle migliori pellicole girate da Lang negli anni '40-'50. Costruito come un conturbante horror dell'anima, con nebbie, maschere e specchi che diventano presto i coprotagonisti, Dietro la porta chiusa si rivela essere un intrigante mistery dalla marcata sovrastruttura simbolica: da un punto di vista metaforico-psicanalitico, la stramba casa rappresenta infatti la mente piena di misteri di Mark, e la stanza inaccessibile altro non è che “il rimosso”, qualcosa che il marito ha cancellato dalla sua vita ma che comunque continua a influire su di essa. Innegabili, inoltre, le forti influenze della favola di Barbablù di Perrault. Opera di grande classe, torbida e sensuale, nonostante un lieve calo di tensione nel finale, quando viene svelato il mistero. La storia è tratta da un racconto di Rufus King e la sceneggiatura è firmata Silvia Richards. Fotografia di Stanley Cortez e musiche di Miklós Rózsa.
Maximal Interjector
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