Dogville
Dogville
2003
Paesi
Danimarca, Finlandia, Germania, Giappone, Italia, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna, Svezia, Usa
Genere
Drammatico
Durata
178 min.
Formato
Colore
Regista
Lars von Trier
Attori
Nicole Kidman
Paul Bettany
Stellan Skarsgård
James Caan
Philip Baker Hall
Lauren Bacall
Chloë Sevigny
Shauna Shim
Patricia Clarkson
Jeremy Davies
Ben Gazzara
Blair Brown
Zeljko Ivanek
Harriet Andersson
Siobhan Fallon
Cleo King
Miles Purinton
Jean-Marc Barr
Udo Kier
John Hurt
Stati Uniti, anni Trenta. Grace Mulligan (Nicole Kidman) fugge da alcuni gangster e trova rifugio nel piccolo villaggio montuoso di Dogville. Accolta dallo scrittore idealista Tom (Paul Bettany), Grace deve fare inizialmente i conti con la diffidenza generale, che vince grazie alla sua disponibilità a dare una mano anche con i lavori più umili. Ma quando gli abitanti di Dogville verranno a sapere che la loro ospite è ricercata, il loro atteggiamento verso la donna cambierà nuovamente. Primo capitolo di una ipotetica trilogia dedicata agli Stati Uniti, è un film concepito come una critica sia alla società a stelle e strisce sia al suo cinema. Per questo von Trier sceglie un taglio stilistico volutamente antispettacolare, gira all'interno di un teatro, utilizza scenografie minimali e adotta una messa in scena astratta e brechtiana con gli attori che bussano a porte o usano oggetti non presenti sul palcoscenico. Il risultato è straniante, curioso ed efficace, in quanto è anche attraverso la forma che il regista (e sceneggiatore) ci parla di una piccola comunità arida e ottusa, esiliata dal mondo (tanto che le radio della città trasmettono solo musica e mai notiziari), convinta della propria autosufficienza e sospettosa dinnanzi a tutto ciò che può anche solo minimamente minare quest'ordine costituito. Così l'arrivo di Grace è visto sì come una minaccia, ma anche come un'opportunità, innescando una sorta di gioco perverso di sfruttamento dello straniero bisognoso di aiuto, in cui tutti i personaggi tirano fuori il peggio di loro stessi. Dogville è quindi una rappresentazione metaforica di un'America che accoglie elementi esterni, ma mai in nome della contaminazione e dell'integrazione, bensì di un'assimilazione unidirezionale. E così Grace finisce per trasformarsi da vittima in carnefice, coltivando dentro di sé risentimento e vendetta, sentimenti fino a quel momento a lei sconosciuti. Straordinario l'uso della voce narrante e sublime l'intera impostazione drammaturgica. Grande successo internazionale, anche grazie al cast stellare capitanato da un'ottima Nicole Kidman. La versione cinematografica presentata in sala dura 178 minuti; solo in Italia è circolata una versione ridotta a 135 per espressa volontà del distributore. Seguito da Manderlay (2005).
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