Dolor y gloria
Dolor y gloria
2019
Paese
Spagna
Genere
Drammatico
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Pedro Almodóvar
Attori
Antonio Banderas
Asier Etxeandia
Leonardo Sbaraglia
Penélope Cruz
Raúl Arévalo
Cecilia Roth
Salvador Mallo (Antonio Banderas) è un regista cinematografico ormai sul viale del tramonto. In un presente prostrato dal peso del tempo che è passato e dalla stanchezza creativa, gli restano solo i ricordi: la sua infanzia negli anni ’60, quando emigrò con la sua famiglia a Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia; ma anche il desiderio del cinema che gli sconvolse l’infanzia e un vecchio amore che ritorna dal suo passato.

Con il personalissimo Dolor y Gloria, Pedro Almodóvar realizza uno dei suoi film più importanti e firma un autoritratto spudorato e commovente, che fa il pieno di malinconia e di struggimento ma non dimentica di produrre un bilancio esistenziale di notevole sincerità espressiva sulla propria arte, sulla sua figura pubblica e privata, su ciò che resta dell’ispirazione quando il senso di vuoto prende il sopravvento e la vita si tramuta in un concentrato di stanchezza, precarietà e irrimediabile malessere. Il grande cineasta spagnolo, per questo suo abbagliante , sceglie non a caso i due attori a lui più cari, Antonio Banderas e Penélope Cruz, per interpretare se stesso e sua madre, circondandosi di figure familiari (nel cast c’è anche la sua musa Cecilia Roth) che costellano un film intimo e sfacciato, confessionale e privatissimo, che si fa mappatura quasi “geografica” di tutto il cinema del cineasta iberico ed è, allo stesso tempo, un sensazionale corpo a corpo col (tanto) dolore e con la (poca) gloria della vita di un artista. Ma anche con la malattia che passa attraverso le passioni e la speranza, il passato e il presente, l’urgenza di tornare a raccontare e la necessità di sciogliere il rimpianto nell’azione e tornare al fare del set cinematografico un bisogno primario. Di grandissima suggestione anche la messa in scena, impreziosita da tantissimi rimandi autobiografici (a cominciare dalla rievocazione della rutilante movida ispanica degli anni ’80, ormai appassita) e meravigliosa, tra le tante sequenze memorabili, la scena in cui Salvador ritrova il suo primo amore nella Madrid degli anni ’80, all’insegna della dolcezza e della negazione del desiderio carnale, che non può più essere, giocoforza, il motore di tutti gli istinti e le passioni in una fase della vita così crepuscolare. Superiore a ogni elogio Antonio Banderas (premiato al Festival di Cannes come miglior attore), semplicemente da applausi e mai alle prese prima d’ora con un ruolo così sfaccettato e profondo: le lacrime che ogni grande attore dovrebbe trattenere, come dice nel film il suo Salvador Mallo, l’attore accetta di mostrarle una ad una, in maniera pudica ma non per questo meno accorata. Il finale, sorprendente e commovente, è una dichiarazione d’amore al cinema di memorabile purezza e altrettanta potenza, che lascia letteralmente senza fiato al termine della visione.
Maximal Interjector
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