Marie (Sissy Spacek), madre divorziata con tre figli a carico, trova lavoro in ambito giuridico grazie a un amico (Jeff Daniels), che però ha un secondo fine: renderla un'esecutrice legale in grado di manipolare il Governatore per il proprio tornaconto. Maire si ribella, e dà inizio a una lunga battaglia in tribunale.

Come riporta il titolo italiano, è la storia vera di una delle donne più famose delle cronache statunitensi di fine anni Settanta. La vicenda di Marie Ragghianti è una classica parabola femminista, perfetta per scaldare il pubblico femminile degli anni Ottanta, e perfetta per aumentare le chance di successo al botteghino. Roger Donaldson, però, ha premuto decisamente troppo il piede sul pedale del melodramma, rendendo la figura di Ragghianti una sorta di suffragette sola contro il mondo, piuttosto che l'eroina coraggiosa dipinta dai giornali dell'epoca. Il risultato è un film fiacco, che sfiora il ridicolo involontario, con poco mordente e con una protagonista non degnamente interpretata da Sissy Spacek. Si salva Morgan Freeman, bravo anche se in una piccola parte.