La doppiatrice cinematografica Pepa (Carmen Maura), dopo aver scoperto di essere incinta, viene lasciata dal suo amante e collega Ivan (Fernando Guillèn Cuervo). L'istinto della donna è quello di dargli la caccia, ma una serie di eventi fortuiti complicherà ancora di più le cose.
Lontanamente ispirato a La voce umana (1930) di Jean Cocteau, Donne sull'orlo di una crisi di nervi si è imposto, con il passare degli anni, come uno dei titoli di culto della lisergica filmografia di Pedro Almodóvar. È l'opera in cui il regista di Calzada de Calatrava ha saputo meglio modellare la propria trasgressiva poetica su una irresistibile farsa degli equivoci dal ritmo forsennato che sorprende per lo stile, al contempo irriverente e malizioso, imperniato sugli elementi fondamentali della cultura pop: la pop-art, il teatro del boulevard, la sit-com, la moda, i rotocalchi femminili, la pubblicità. La professione della protagonista, il doppiaggio cinematografico, diventa metafora per riflettere sulla finzione sia del cinema che della vita reale, dove le donne sono costrette a fingere per trovare un posto nella (maschilista?) società contemporanea. Amara e surreale, la pellicola colpisce per lo psichedelico tourbillon di personaggi comuni che si ritrovano immersi in situazioni grottesche e divertenti. Augustin Almodóvar, fratello del regista e anche produttore esecutivo del film, recita la parte di un agente immobiliare. Grande successo di pubblico.