Jordan White (James Duval) e Amy Blue (Rose McGowan) sono una giovane coppia che intraprende un viaggio senza meta on the road. Incontrano Xavier Red (Johnathon Schaech) a un rave e lo prendono a bordo, ma le cose sfuggiranno loro di mano. Tra omicidi, risse e sesso a tre, il viaggio continuerà all'insegna del nonsense. Film manifesto della poetica di Gregg Araki, Doom Generation è un road-movie ambientato prevalentemente in interni, condito da un'estetica da videoclip che può apparire fasulla ma che, invece, rappresenta l'essenza stilistica di buona parte del cinema indipendente americano di quel periodo. Dal punto di vista narrativo manca una certa coerenza, ma ad Araki interessa poco: il vero obiettivo del regista è quello di immortalare una generazione allo sbando in preda a un destino beffardo, imprevedibile e incontrollabile. Il risultato è un viaggio allucinato e allucinante che gioca a ridiscutere la sessualità, la morale e la giustizia, in un'accelerazione continua e senza freni che porta a un'unica possibile conclusione. Imperfetto e sopra le righe, ma devastante nella sua spietata lucidità.