Lance (Chris Rock) vorrebbe diventare un comico, ma fatica a ritagliarsi un apprezzamento consistente e così, nel frattempo, si dedica all'attività di fattorino. Investito da un'auto, si ritrova in Paradiso, ma scopre che, a differenza di come sono andate le cose, non sarebbe in realtà dovuto morire. Il suo corpo in ogni caso non è più disponibile perché Lance è stato cremato, ragion per cui non gli resta che reincarnarsi in un milionario gretto e avido. Remake in salsa afroamericana de L'inafferrabile signor Jordan (1941) e della successiva, forse più nota, versione di Warren Beatty Il paradiso può attendere(1978), il film punta tutto sul suo protagonista, Chris Rock, che firma anche la sceneggiatura e dovrebbe, sulla carta, ergersi sul progetto in qualità di mattatore. Da un'opera che ha già alle spalle altre due versioni non ci si aspetterebbe di certo chissà quale originalità, ma in questo caso mancano perfino dei dialoghi anche solo brillanti e uno lavoro di scrittura minimamente coinvolgente. Down to Earth non diverte e non appassiona, lascia inerti e scorre via con apatica mestizia, tra trovate desolanti e colpi di scena a dir poco posticci, conditi, come se non bastasse, da gag scontate da una moralina che più spiccia e retorica davvero non si può. Chris Rock rimane impantanato tra luoghi comuni continui e un politicamente corretto celato malamente sotto una veste che vorrebbe apparire corrosiva ma cui manca il coraggio per esserlo davvero. Il resto del cast è alle prese con personaggi a dir poco triti, miseramente abbandonati a se stessi.