Dopo aver scoperto che Mina (Winona Ryder), promessa sposa del suo avvocato immobiliare Jonathan Harker (Keanu Reeves), è uguale al suo antico amore, il Conte Dracula (Gary Oldman) si dirige a Londra per conquistarla. Sulla sua strada troverà Van Helsing (Anthony Hopkins), filosofo mistico e cacciatore di vampiri.

Dopo una serie di piccoli progetti, negli anni Ottanta, caratterizzati da difficoltà finanziarie e da compromessi con le case di produzione, Francis Ford Coppola centra il grande successo al botteghino con un'opera tra le più sperimentali della sua filmografia. Il suo Dracula è infatti un trionfo visivo, virtuoso e debordante, dove sinuosi voli della macchina da presa si abbracciano a dissolvenze, filtri, ombre espressioniste e un gusto estetico quasi postmoderno, che fonde l'immaginario horror classico con atmosfere preraffaelite e addirittura il cyberpunk (nel personaggio di Tom Waits). Coinvolgente dall'inizio alla fine, Dracula di Bram Stoker è una romantica fiaba di amore e morte («Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti») con qualche digressione personale poco significativa del regista (la beffarda sequenza al cinematografo, che sa di stoccata alle tante odiate major). Strepitose le prove dei due protagonisti: un mefistofelico e struggente Gary Oldman e una fragile e intensa Winona Ryder. Memorabile la colonna sonora composta da Wojciech Kilar, così come la canzone che accompagna i titoli di coda ovvero Love Song for a Vampire, scritta e interpretata da Annie Lennox. Girato con un budget di 40 milioni di dollari, gli incassi del film (oltre 215 milioni in tutto il mondo), salvarono la Zoetrope, compagnia di produzione di Coppola, dalla bancarotta. Tre Oscar: migliori costumi, miglior trucco e miglior montaggio sonoro. Piccola parte per la semi-esordiente Monica Bellucci, nei panni di una delle spose di Dracula.