Dragged Across Concrete
Dragged Across Concrete
2018
Paesi
Usa, Canada
Generi
Azione, Noir
Durata
159 min.
Formato
Colore
Regista
S. Craig Zahler
Attori
Mel Gibson
Vince Vaughn
Jennifer Carpenter
Laurie Holden
Udo Kier
Tory Kittles
Don Johnson
Thomas Kretschmann
Brett Ridegman (Mel Gibson) e Anthony Lurasetti (Vince Vaughn) sono due poliziotti sospesi dal servizio dopo che un video li ha immortalati e diffusi in rete mentre si accanivano con troppa brutalità su un arrestato. Le loro vite in frantumi, avare di soldi e piene di difficoltà, oltre che private del lavoro di una vita, li spingono a volersi fare giustizia da soli, nel tentativo di accaparrarsi un’illecita somma di denaro nella maniera più brutale e fuori legge possibile.
Il regista Craig S. Zahler, arrivato al suo terzo lungometraggio, firma una crime story fluviale e livida, ancorata a due protagonisti eccellenti: sotto le righe Vince Vaughn, dopo gli eccessi sanguinari e le botte da orbi di Cell Block 99 (2017) dello stesso autore, e altrettanto in parte Mel Gibson, che ha modo, dopo anni di controversie e ostracismo hollywoodiano legate alle sue insinuazioni razziste e antisemite, di confrontarsi con le sue ferite essenziali, pubbliche e private. Lo fa grazie a un personaggio incredibile, un giustiziere della notte sessantenne e sfatto, simbolo perfetto della classe media americana in disarmo: la scelta del regista australiano di averlo come interprete connota la sua prova di un inequivocabile e struggente valore testamentario per la sua icona, senz’altro straboccante rispetto ai confini stessi del film. Zahler dirige con maestria e perizia, senso lugubre delle atmosfere e buona padronanza dei propri mezzi, un film politico al tempo dell’America di Trump, tra minoranze e sperequazioni profonde, che scorre via secco e veloce come una mina impazzita nonostante le due ore e quaranta di durata (seppur in maniera dimessa e qua e là diseguale nell’efficacia della sceneggiatura, ma sempre in modo acuto sotto il profilo della messa a punto della violenza viscerale e dei corpi a corpo). Il titolo, tradotto alla lettera, vuol dire “trascinato sul cemento”, e così è anche Dragged Across Concrete: un film marchiato a fuoco negli umori sordidi e nerissimi della strada, un frammento impazzito di contemporaneità lacerata, un buddy cop-movie dell’anima incentrato sul rimosso, la suspense, l’ambiguità a due e forse anche a più facce. Dilatato, sfrontato e potente, al netto di tutti gli scompensi e di una durata forse eccessiva, ma sicuramente da ricordare per qualità e quantità delle immagini (pazzesca la fotografia plumbea), della scrittura e delle riflessioni intavolate (si veda il videogioco come terreno di caccia, senza regole e senza confini), qua e là di grana grossa e tagliate con l’accetta, ma sempre a segno nella sua elusiva e corrosiva ambiguità, che non rinuncia all’ironia e alla resa dei conti tragica. La bellissima colonna sonora dal sapore jazz è stata scritta ancora una volta dal regista, abilissimo anche come compositore. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia 2018.
Il regista Craig S. Zahler, arrivato al suo terzo lungometraggio, firma una crime story fluviale e livida, ancorata a due protagonisti eccellenti: sotto le righe Vince Vaughn, dopo gli eccessi sanguinari e le botte da orbi di Cell Block 99 (2017) dello stesso autore, e altrettanto in parte Mel Gibson, che ha modo, dopo anni di controversie e ostracismo hollywoodiano legate alle sue insinuazioni razziste e antisemite, di confrontarsi con le sue ferite essenziali, pubbliche e private. Lo fa grazie a un personaggio incredibile, un giustiziere della notte sessantenne e sfatto, simbolo perfetto della classe media americana in disarmo: la scelta del regista australiano di averlo come interprete connota la sua prova di un inequivocabile e struggente valore testamentario per la sua icona, senz’altro straboccante rispetto ai confini stessi del film. Zahler dirige con maestria e perizia, senso lugubre delle atmosfere e buona padronanza dei propri mezzi, un film politico al tempo dell’America di Trump, tra minoranze e sperequazioni profonde, che scorre via secco e veloce come una mina impazzita nonostante le due ore e quaranta di durata (seppur in maniera dimessa e qua e là diseguale nell’efficacia della sceneggiatura, ma sempre in modo acuto sotto il profilo della messa a punto della violenza viscerale e dei corpi a corpo). Il titolo, tradotto alla lettera, vuol dire “trascinato sul cemento”, e così è anche Dragged Across Concrete: un film marchiato a fuoco negli umori sordidi e nerissimi della strada, un frammento impazzito di contemporaneità lacerata, un buddy cop-movie dell’anima incentrato sul rimosso, la suspense, l’ambiguità a due e forse anche a più facce. Dilatato, sfrontato e potente, al netto di tutti gli scompensi e di una durata forse eccessiva, ma sicuramente da ricordare per qualità e quantità delle immagini (pazzesca la fotografia plumbea), della scrittura e delle riflessioni intavolate (si veda il videogioco come terreno di caccia, senza regole e senza confini), qua e là di grana grossa e tagliate con l’accetta, ma sempre a segno nella sua elusiva e corrosiva ambiguità, che non rinuncia all’ironia e alla resa dei conti tragica. La bellissima colonna sonora dal sapore jazz è stata scritta ancora una volta dal regista, abilissimo anche come compositore. Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia 2018.
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