The Dressmaker – Il diavolo è tornato
The Dressmaker
2015
Paese
Australia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Jocelyn Moorhouse
Attori
Kate Winslet
Liam Hemsworth
Judy Davis
Hugo Weaving
Sarah Snook
Caroline Goodall
Kerry Fox
Rebecca Gibney
1950, Australia. Tilly Dunnage (Kate Winslet), talentuosa sarta e creatrice di moda, dopo anni trascorsi in diversi atelier d’Europa torna nella sua città natale per stare accanto a Molly (Judy Davis), l’eccentrica madre. Armata di ago, filo e grande esperienza, Tilly trasformerà le donne dell’angusta Dungatar, attuando una sottile vendetta nei confronti di chi l'aveva cacciata.
Tratto dall’omonimo romanzo best-seller di Rosalie Ham e diretto dalla regista australiana Jocelyn Moorhouse, un dramma che sa di commedia e viceversa, in cui la tragicità degli eventi narrati viene dissacrata tramite una sceneggiatura cucita addosso al talento dei protagonisti, calati nei loro ruoli intrisi di apparenze celate e ostentate, pedine e insieme parti attive di una vita di paese bigotta e opprimente. Kate Winslet dimostra la sua impeccabile padronanza della scena, costruendo un personaggio torbido e seducente, una donna maledetta dalla pochezza dei suoi concittadini che sconta la pena di una falsa identità alla quale finisce, suo malgrado, per aderire. Ma oltre a questo, purtroppo, c'è poco altro: la regia, inutilmente pomposa, spinge sul pedale della sontuosità, finendo per soffocare gli snodi narrativi, e i cliché sul conformismo anni '50 dilagano pericolosamente, rischiando la saturazione. Un'occasione sprecata.
Tratto dall’omonimo romanzo best-seller di Rosalie Ham e diretto dalla regista australiana Jocelyn Moorhouse, un dramma che sa di commedia e viceversa, in cui la tragicità degli eventi narrati viene dissacrata tramite una sceneggiatura cucita addosso al talento dei protagonisti, calati nei loro ruoli intrisi di apparenze celate e ostentate, pedine e insieme parti attive di una vita di paese bigotta e opprimente. Kate Winslet dimostra la sua impeccabile padronanza della scena, costruendo un personaggio torbido e seducente, una donna maledetta dalla pochezza dei suoi concittadini che sconta la pena di una falsa identità alla quale finisce, suo malgrado, per aderire. Ma oltre a questo, purtroppo, c'è poco altro: la regia, inutilmente pomposa, spinge sul pedale della sontuosità, finendo per soffocare gli snodi narrativi, e i cliché sul conformismo anni '50 dilagano pericolosamente, rischiando la saturazione. Un'occasione sprecata.
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