Jamie e Marian decidono di partire in direzione Tallahassee: la prima ha bisogno di riassestarsi dopo la fine della sua relazione sentimentale, mentre la seconda ha semplicemente voglia di rilassarsi. Tuttavia, lungo il tragitto incontrano un gruppo di criminali e il viaggio prende una piega inaspettata...

Quella di Ethan e Joel Coen è una delle carriere più lunghe nella storia del cinema per un duo di registi. I fratelli Coen, a differenza di tante altre coppie cinematografiche, hanno lavorato in coppia per quasi la totalità della loro carriera, quasi quarant’anni, diventando di fatto una voce autoriale unica e indissolubile. Quando, dopo La ballata di Buster Scruggs del 2018, avevano annunciato la separazione, in molti si chiedevano che tipo di film sarebbero stati realizzati da Ethan Coen e che tipo di film da Joel Coen. Avrebbero continuato a fare film “alla fratelli Coen”, però separati? L’approccio sarebbe cambiato completamente? Quali elementi del loro cinema così riconoscibile ed unico erano merito di Joel, e quali di Ethan? La risposta a queste domande è arrivata prima nel 2021 con l’adattamento del Macbeth diretto da Joel, poi, ancora di più, quest’anno con Drive-away Dolls di Ethan. Quello che si nota da questi due film è una separazione visibile e molto affascinante: abbiamo gli elementi centrali del loro cinema, ma divisi in maniera più netta di quanto fosse possibile prevedere. Macbeth è un film che guarda ad un approccio artistico colto, esistenziale e con una cura formale di altissimo livello; dall’altra parte, Drive-away dolls è un film sgangherato, una commedia sporca e volgare che omaggia il cinema di “basso rango”. Ethan e la moglie Tricia Cooke, che scrive e produce, portano in sala un che ha un unico obiettivo: divertire e intrattenere; e in appena 84 minuti di durata l’obiettivo è facilmente raggiunto. Drive-away dolls è una commedia queer stupidissima ma intelligente, un road movie che racconta di un viaggio che attraversa diversi generi e trope cinematografici, con un’attenzione non scontata anche al viaggio interiore dei personaggi, i quali sono costruiti meglio di quanto possa lasciar presagire l’impacchettamento. Questo anche grazie a Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, che hanno una chimica perfetta e le loro interazioni sono sempre esilaranti; al fianco di Qualley e Viswanathan c’è un cast di supporto in formissima, che vede tra gli altri Pedro Pascal, Matt Damon e Beanie Feldstein al servizio del regista in maniere esilaranti e sorprendenti.