Un esperto pilota (Ryan O'Neal) si guadagna da vivere facendo da guidatore per vari rapinatori: non ha stima però di chi spara e dei dilettanti. Sulle sue tracce c'è da tempo un ispettore (Bruce Dern) ma quando lo porta davanti a testimoni, una giocatrice d'azzardo (Isabelle Adjani) lo scagiona, forse per entrare in società con lui. Al poliziotto non resta che fare un patto con dei criminali che, in cambio dell'impunità, gli consegnino la sua preda. Stilizzatissimo fin dalla scelta di lasciare i personaggi senza nomi, Driver, l'imprendibile è un oggetto misterioso, difficile anche da classificare, sospeso com'è tra thriller, azione e riflessione metaforica. Tutte le vicende sono una scoperta allusione al gioco, non solo per il personaggio della Adjani: tanto gli sbirri quanto i criminali ragionano in termini di vincita e perdita e non esitano a puntare tutto sul caso. La proverbiale inespressività di O'Neal è funzionale a questa astrazione, spezzata dalle tante scene di inseguimenti, com'è normale dato il tema, che però, nonostante l'accuratezza con cui sono girate, patiscono un po' la prova degli anni. Con un'eccezione significativa: la demolizione volontaria che il pilota fa di un'auto per dimostrare la sua perizia è ancora oggi un pezzo da collezione.