1925. In una piccola cittadina del Tennessee, il reverendo Brown (Claude Akins), aiutato dalle più alte cariche del paese, arresta l'insegnante delle scuole medie Cates (Dick York), colpevole di illustrare agli allievi le teorie darwiniste sull'evoluzione della specie invece di instillare ai ragazzi quelle accettate del creazionismo. Il processo vedrà contrapposti due brillanti avvocati, divisi solamente dalla fede religiosa, Drummond (Spencer Tracy) e Brady (Fredric March). Basato sull'omonima pièce di Jerome Lawrence e Robert E. Lee, il film si ispira a sua volta alla vera storia del cosiddetto “Monkey Trial” del 1925 ("Processo della scimmia di Scopes"), che vide affrontarsi gli avvocati William Jennings Bryan e Clarence Darrow. Una metafora che serve a Stanley Kramer per descrivere un'America immersa nelle proprie contraddizioni, in cui l'avanzare del progresso che la poneva al primo posto tra i paesi industrializzati cozzava con la pesante aria di ottuso conservatorismo che si respirava nelle sue scuole, perché molte delle nuove scoperte scientifiche dovevano fare i conti con i canonizzati dogmi della fede religiosa. Un'opera profondamente etica, anche se qua e là troppo moraleggiante, che rimane un collaudato meccanismo drammaturgico giocato, in gran parte, sull'eccellente prova degli interpreti. Spencer Tracy (che qui raggiunse la sua settima nomination agli Oscar) e Fredric March (premiato al Festival di Berlino) non si risparmiano, riversando tutta la loro bravura in una pellicola incisiva e necessaria. Pur con qualche didascalismo di troppo.