E la vita continua
Zendegi va digar hich
1992
Paese
Iran
Genere
Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Abbas Kiarostami
Attori
Farhad Kheradmand
Buba Bayour
Hocine Rifahi
Ferhendeh Feydi
Maherm Feydi
Bahrovz Aydini
Ziya Babai
Un regista (Farhad Kheradmand), insieme a suo figlio (Buba Bayour), raggiunge in automobile i luoghi devastati da un terribile terremoto in cui, qualche anno prima, ha girato un film. La sua speranza è ritrovare i bambini protagonisti di quella pellicola sopravvissuti alla catastrofe.
Ideale estensione metacinematografica di Dov'è la casa del mio amico? (1987), E la vita continua è un road-movie atipico e delicato, ispirato al regista iraniano dal devastante terremoto avvenuto nella regione di Manjil-Rudbar nel 1990. In quei luoghi Kiarostami aveva girato la pellicola di cui sopra e in quei luoghi i personaggi di questo film ritornano, tra le macerie e gli inaspettati germogli di nuova vita che tra queste riescono a sbocciare. Si crea così una prima inaspettata saldatura tra realtà e finzione, in una originalissima chiave di continuità nella filmografia del regista, che congiungerà anche il successivo Sotto gli ulivi (1994). Il mezzo utilizzato dal protagonista per isolare la sua personale prospettiva sulla realtà è l'automobile, abitacolo da cui lo spettatore osserva insieme a lui uno squarcio di mondo incorniciato dai finestrini. Se l'auto è quindi chiara metafora della macchina da presa, il luogo primario, topos stesso del viaggio, è invece la strada, nella cultura iraniana immagine simbolo della vita e delle sue prove. Celebre la lunga sequenza in campo lunghissimo finale: la distanza, per Kiarostami, non serve ad allontanare il suo sguardo dai personaggi, ma aiuta a coglierli nella loro interezza di essere umani inscritti nel tempo e nello spazio. Rarefatto e di non facile assimilazione, ma affascinante e, soprattutto, coerente. Fotografia di Homayun Payvar.
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