E venne un uomo
1965
Paese
Italia
Generi
Biografico, Storico
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Ermanno Olmi
Attori
Rod Steiger
Adolfo Celi
Pietro Germi
Rita Bertocchi
Antonio Bertocchi
Romolo Valli
A cominciare dalla giovinezza nella provincia bergamasca, la storia di Angelo Roncalli (Rod Steiger), sacerdote, vescovo e patriarca che, da cardinale, sarà eletto al soglio pontificio con il nome di Giovanni XXIII, diventando uno dei papi più amati e promuovendo contemporaneamente un grande rinnovamento all'interno della Chiesa che culminerà nel secondo Concilio Vaticano.
Per mettere in scena l'autobiografia di Roncalli, la vita del “Papa buono”, Olmi (originario delle stesse terre del pontefice) intraprende una via a metà tra la mimesi e lo straniamento, scegliendo Steiger per il ruolo principale proprio per evitare l'effetto “imitazione”. La voce di Romolo Valli, tanto doppiatore del Papa quanto narratore, contribuisce a creare un significativo distacco dalla vicenda, che rimane comunque più interessante nella riproposizione della giovinezza rurale che non nella seconda parte più “teologica”. Il regista paga forse lo scotto di essere passato alla prima produzione “professionale” (e a colori) e fatica a rendere interessante il messaggio religioso o a trovare una chiave narrativa di regia, confezionando soltanto un medio prodotto di intrattenimento. Nonostante la delicatezza con cui l'autore approccia una figura a lui evidentemente cara, il risultato finale non è certo memorabile.
Per mettere in scena l'autobiografia di Roncalli, la vita del “Papa buono”, Olmi (originario delle stesse terre del pontefice) intraprende una via a metà tra la mimesi e lo straniamento, scegliendo Steiger per il ruolo principale proprio per evitare l'effetto “imitazione”. La voce di Romolo Valli, tanto doppiatore del Papa quanto narratore, contribuisce a creare un significativo distacco dalla vicenda, che rimane comunque più interessante nella riproposizione della giovinezza rurale che non nella seconda parte più “teologica”. Il regista paga forse lo scotto di essere passato alla prima produzione “professionale” (e a colori) e fatica a rendere interessante il messaggio religioso o a trovare una chiave narrativa di regia, confezionando soltanto un medio prodotto di intrattenimento. Nonostante la delicatezza con cui l'autore approccia una figura a lui evidentemente cara, il risultato finale non è certo memorabile.
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