L'eclisse
1962
Paesi
Italia, Francia
Genere
Drammatico
Durata
126 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Michelangelo Antonioni
Attori
Monica Vitti
Alain Delon
Francisco Rabal
Louis Seigner
Lilla Brignone
In una deserta Roma estiva, Vittoria (Monica Vitti) abbandona il compagno Riccardo (Francisco Rabal) e cerca un disperato contatto umano con alcuni familiari e conoscenti. Tra questi Piero (Alain Delon), rampante agente di Borsa, con cui avvia una relazione. Terzo e ultimo capitolo della cosiddetta "trilogia dell'incomunicabilità", dopo L'avventura (1960) e La notte (1961), è il punto di arrivo di quel percorso di ricerca formale, tendente all'astrazione, che da Il grido (1957) in poi ha contraddistinto il cinema di Antonioni. Negli ultimi dieci minuti del film, i più sperimentali sul piano linguistico, si condensa l'esito estremo del discorso poetico sotteso a tutta la trilogia: l'asettico paesaggio urbano assurge a mondo interiore, rivendica un suo autonomo statuto ontologico e delinea in sé la plastica rappresentazione della aridità esistenziale dell'uomo contemporaneo. In questo desolato scenario, i due protagonisti – ormai ridotti a semplici elementi architettonici privati di qualsivoglia dimensione interiore – scompaiono di fronte a una macchina da presa che non può fare altro che cercarli, inutilmente, nei luoghi in cui li aveva inquadrati in precedenza. Se in Vittoria ritornano molti degli elementi caratteristici delle donne di Antonioni, in Piero si riscontrano alcuni tratti caratteriali (il febbrile dinamismo, il cinismo, l'arrivismo, il materialismo) che ne fanno una interessante variazione dei suoi tipici personaggi maschili, quasi tutti comunque negativi. Uno dei più fulgidi esempi di cinema italiano dal respiro internazionale, fondamentale nel contribuire a quella frattura artistica dei primi anni '60 che innovò la Settima arte proiettandola verso la modernità. Frutto di una maturità stilistica ormai pienamente raggiunta, è l'ultimo film in bianco e nero girato dal cineasta ferrarese, che per la quinta e ultima volta si avvalse della fotografia del maestro della luce Gianni Di Venanzo. Sceneggiatura di Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Elio Bartolini e Ottiero Ottieri. Musiche di Giovanni Fusco. Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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