Roma, primi anni del '900. Il pescivendolo Nino Petroni (Adriano Celentano), dopo aver scontato una pena detentiva per un regolamento di conti, torna nel suo quartiere: qui è conosciuto da tutti come "Er più", ovvero la persona di riferimento, secondo il codice d'onore popolare, per carisma e importanza. Ritroverà la bella Rosa Turbine (Claudia Mori), ma anche altri personaggi a lui invisi. Sergio Corbucci mette in scena, senza particolare profondità ma con un buon gusto nella ricostruzione d'epoca, una sorta di western alla romana: una storia di borgata dove l'onore, misurato a colpi di coltello, è più importante della legge. Il cast, quasi tutto proveniente dal "clan" celentaniano, risulta credibile grazie a un discreto affiatamento, pur non essendo del tutto a proprio agio con l'idioma romanesco. Sceneggiato dal regista con Mario Amendola e Sabatino Ciuffini. Celentano stesso ritornerà a cimentarsi con la parlata borgatara solo due anni dopo, in Rugantino (1973) di Pasquale Festa Campanile.