Europa, la Seconda guerra mondiale è appena terminata. Il capitano francese Henri Rochard (Cary Grant), impegnato in una missione in Germania, viene affiancato dall'esuberante tenente americano Catherine Gates (Ann Sheridan), con la quale, dopo un'iniziale mal sopportazione reciproca, sboccia l'amore. Quando lei viene richiamata in America, lui cercherà di accompagnarla in patria, chiedendo il certificato di “sposa di guerra” per se stesso. Una delle migliori commedie sulla guerra dei sessi della Hollywood classica, che vede Howard Hawks tornare sul terreno a lui più congeniale dopo le scorribande, comunque riuscitissime, nel noir (Il grande sonno del 1946) e, soprattutto, nel western (Il fiume rosso del 1948) degli anni precedenti. Inserito negli affascinanti scenari devastati e quasi apocalittici della Germania del dopoguerra, Ero uno sposo di guerra è un fenomenale saggio di ritmo e leggerezza, dove i due bravissimi protagonisti “danzano” per tutto il film, alternando con misura la gag fisica e la battuta furbetta (i dialoghi, come sempre in Hawks, sono di livello eccelso), in piena osservanza delle regole della screwball comedy degli anni '30. A questo approccio classico, che rispecchia le molte commedie di Hawks, tuttavia, il regista aggiunge elementi inediti: se la prima parte, quella in cui Henri e Catherine battibeccano e si innamorano, rispecchia il canone delle tante guerre tra sessi raccontate da Hawks nella sua lunga filmografia; nella seconda il discorso si evolve, mostrando come lo scontro tra uomo e donna, anche se appianato privatamente, continua a sopravvivere nei costumi, nella burocrazia e nella morale comune. Strepitoso Cary Grant en travesti, all'apice del suo raffinato istrionismo. Un grande film, forse l'ultimo di Hawks in cui intelligenza critica e ironia beffarda vanno così a braccetto dall'inizio alla fine.