Tutti lo sanno
Todos lo saben
2018
Paesi
Spagna, Francia, Italia
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
130 min.
Formato
Colore
Regista
Asghar Farhadi
Attori
Javier Bardem
Penélope Cruz
Ricardo Darín
Bárbara Lennie
Carla Campra
Inma Cuesta
Eduard Fernández
Laura (Penélope Cruz), sposata con Alejandro (Ricardo Darín), torna dopo anni in Spagna dall'Argentina, insieme ai suoi due figli, per partecipare al matrimonio della nipote. In un ambiente carico di ricordi e affetti, ritrova, oltre ai suoi famigliari, l'ex fiamma Paco (Javier Bardem). Quello che si prospettava essere un felice "ritorno a casa", si trasforma in un incubo quando, dopo il banchetto di nozze, nella notte viene rapita la figlia più grande di Laura, Irene (Carla Campra).
A due anni da Il cliente (2016), Asghar Farhadi torna a mettere in scena una storia che si muove entro i canoni del thriller per parlare del passato che riaffiora e segna il presente dei personaggi, secondo un suo tipico modello cinematografico. Ma lo sguardo del grande autore iraniano sembra adeguarsi a una operazione che, sulla base anche del richiamo della coppia di attori protagonisti, mira a rendere immediata e accessibile a un vasto pubblico una idea di cinema insitamente complessa e stratificata. Rivelazione inaspettate e antichi sentimenti mai sopiti danno così vita a un intreccio che cede, soprattutto nella seconda parte, a soluzioni artefatte o troppo scontate. Il dramma di Laura ha una traiettoria lineare e ben strutturata, ma la scrittura spesso rende eccessivamente manifesti i legami tra i personaggi e la componente politica a volte poco integrata con l'aspetto mélo. Ineccepibile, in ogni caso, la padronanza con cui Farhadi tesse le fila della narrazione sfruttando ambiguità e suggestioni quando ancora le carte in tavola non sono completamente svelate. Notevole il contrasto tra la comunità rurale, la cui apparente felicità è resa da colori saturi e privi di chiaroscuri (fotografia di José Luis Alcaine), e il progressivo disvelamento di un lato oscuro sempre più presente. Significativo, in questo senso, il passaggio dalla spensieratezza della festa di matrimonio, resa con una lunga sequenza di grande spessore cinematografico, e il buio della piovosa notte in cui avviene il rapimento. Buona prova della Cruz, la cui dolente intensità rende bene la disperazione di una madre che è prima di tutto quella di una donna ferita, mentre Bardem risulta tristemente spaesato. Ottimo, invece, Ricardo Darín. Scelto come film di apertura in concorso del Festival di Cannes 2018.
A due anni da Il cliente (2016), Asghar Farhadi torna a mettere in scena una storia che si muove entro i canoni del thriller per parlare del passato che riaffiora e segna il presente dei personaggi, secondo un suo tipico modello cinematografico. Ma lo sguardo del grande autore iraniano sembra adeguarsi a una operazione che, sulla base anche del richiamo della coppia di attori protagonisti, mira a rendere immediata e accessibile a un vasto pubblico una idea di cinema insitamente complessa e stratificata. Rivelazione inaspettate e antichi sentimenti mai sopiti danno così vita a un intreccio che cede, soprattutto nella seconda parte, a soluzioni artefatte o troppo scontate. Il dramma di Laura ha una traiettoria lineare e ben strutturata, ma la scrittura spesso rende eccessivamente manifesti i legami tra i personaggi e la componente politica a volte poco integrata con l'aspetto mélo. Ineccepibile, in ogni caso, la padronanza con cui Farhadi tesse le fila della narrazione sfruttando ambiguità e suggestioni quando ancora le carte in tavola non sono completamente svelate. Notevole il contrasto tra la comunità rurale, la cui apparente felicità è resa da colori saturi e privi di chiaroscuri (fotografia di José Luis Alcaine), e il progressivo disvelamento di un lato oscuro sempre più presente. Significativo, in questo senso, il passaggio dalla spensieratezza della festa di matrimonio, resa con una lunga sequenza di grande spessore cinematografico, e il buio della piovosa notte in cui avviene il rapimento. Buona prova della Cruz, la cui dolente intensità rende bene la disperazione di una madre che è prima di tutto quella di una donna ferita, mentre Bardem risulta tristemente spaesato. Ottimo, invece, Ricardo Darín. Scelto come film di apertura in concorso del Festival di Cannes 2018.
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