Spietato produttore discografico (Paul Williams), disposto a tutto pur di lanciare il Paradise, faraonico locale in procinto di aprire al pubblico, si appropria indebitamente della partitura musicale (ispirata al Faust) di un giovane compositore (William Finley) e lo fa arrestare con l'inganno: le conseguenze saranno tragiche.
Coraggioso e personale, Il fantasma del palcoscenico è uno dei risultati migliori ottenuti in carriera da Brian De Palma, capace, in questo caso, di dare pieno sfogo al suo talento visionario come mai aveva fatto in precedenza. Ispirata al romanzo Le Fantôme de l'Opéra (1910) del parigino Gaston Leroux, la pellicola, una giostra di colori, musica rock e atmosfere allucinate, è una riuscita operazione cinematografica che rievoca l'espressionismo tedesco e, soprattutto, il cinema di Orson Welles, con la gustosa parodia della sequenza iniziale (con relativo piano sequenza) de L'infernale Quinlan (1958). Scorretto, sboccato, genuinamente trasgressivo, è un film trascinante, che si è meritatamente guadagnato negli anni lo status di cult-movie. In un'ideale classifica dei musical eversivi, si spartirebbe il podio con Jesus Christ Superstar (1973) e The Rocky Horror Picture Show (1975), componendo un trittico all'insegna della provocazione d'autore. Il romanzo di Leroux è solo una delle molteplici fonti di ispirazioni di una pellicola a dir poco originale e spiazzante, che riprende suggestioni da capolavori della letteratura come Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde o Il gobbo di Notre Dame di Victor Hugo e riesce a rielaborarle in maniera riuscita.