Un gruppo di ragazzi si appresta a trascorrere la notte in una villa di campagna abbandonata. I fantasmi di alcuni soldati nazisti, uccisi in quel luogo durante la seconda guerra mondiale, si manifesteranno e coinvolgeranno i malcapitati in un crudele girone infernale. Girato da un Lucio Fulci penalizzato da problemi di salute e ormai in fase d'ispirazione calante, Il fantasma di Sodoma fu inizialmente pensato come parte di una serie di pellicole horror destinate al piccolo schermo, progetto in seguito abbandonato per vicissitudini sia artistiche che produttive. L'idea di un personale omaggio al sottogenere della nazi exploitation, attraverso l'inserimento di una componente orrorifica nel consueto mix di erotismo e sadismo tipico del filone, è purtroppo sviluppata in maniera avvilente: recitazione dozzinale, dialoghi abbozzati, dovizia di nudità femminili gratuite ed effetti speciali di pessima fattura artigianale affondano la pellicola sin dai primissimi minuti. Le perversioni fisiche e psicologiche perpetrate dagli spiriti dei defunti nazisti ai danni dei loro involontari ospiti non si elevano dall'infimo livello di un gioco provocatorio ma fine a sé stesso, incapace di scioccare o di colpire lo sguardo. Sceneggiato dal regista con Carlo Alberto Alfieri.