Il fascino discreto della borghesia
Le charme discret de la bourgeoisie
1972
Paese
Francia
Generi
Grottesco, Drammatico
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
Luis Buñuel
Attori
Fernando Rey
Delphine Seyrig
Paul Frankeur
Jean-Pierre Cassel
François Maistre
Julien Bertheau
Due coppie dell'alta borghesia parigina rimandano più volte una cena insieme a un diplomatico (Fernando Rey). Equivoci, manovre militari, arresti e incursioni armate interrompono ogni loro tentativo.
La frustrazione è il connotato essenziale nella rappresentazione che Luis Buñuel, in tutta la sua filmografia, offre della borghesia. Questo film, tra i più significativi del cineasta spagnolo e da molti considerato il suo capolavoro, esplicita più chiaramente di altri, nelle sue dinamiche e nelle inevitabili conclusioni politiche, tale assunto. L'identificazione del bersaglio da colpire è chiara: una abulica e parassitaria classe dirigente composta da coppie annoiate, fanciulle alcolizzate, funzionari corrotti, prelati violenti e futili gendarmi. Con somma cattiveria, Buñuel condanna questa “compagnia di attori” alla più castrante delle coazioni a ripetere: l'atto mancato. La cena, messa in scena teatrale di un gioco delle parti in cui i buoni borghesi legittimano la loro collocazione sociale, viene così continuamente sabotata da una accumulazione di gag surrealiste. Rispetto agli altri lungometraggi dell'ultimo Buñuel, è anche uno dei più violenti: colpi di armi da fuoco e lampi grand-guignol squarciano a più riprese il tessuto onirico del film, sintomo di un malessere più ampio attraversato dalla Francia in quegli anni. La sceneggiatura, svincolata da ogni linearità, si articola in una moltiplicazione di piani narrativi, uno interno all'altro. L'espediente del sogno dentro un sogno e la struttura a scatole cinesi rimandano al film Il manoscritto trovato a Saragozza (1964) dell'ungherese Wojciech J. Has, molto amato dal regista. Oscar per il miglior film straniero nel 1973.
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